“Vigile se ripassi ti spacco la testa. Bastardi, corrotti”, “Mi hanno fatto la multa sti…solo perché alle 18.30 ero ancora aperto”. Sono questi solo alcuni dei tanti commenti apparsi sui social e rivolti agli agenti della Polizia Locale di Anzio. Ma ora, 6 persone che si nascondevano dietro gli schermi sono state identificate e denunciate per diffamazione di pubblico ufficiale. E se ci sono altri utenti che si celano dietro falsi nickname convinti di agire con furbizia, per loro restare anonimi ha le ore contate perché tutto potrebbe passare nelle mani della Polizia Postale.
A raccontare la vicenda il comandante Arancio della Polizia Locale di Anzio. Tutto ha inizio quando viene caricato in rete il video della protesta dell’assessore Ranucci, che ha poi fatto il giro del web (e non solo). Proprio gli agenti incaricati di rintracciare quel video, diventato virale in poco tempo, si sarebbero accorti degli insulti nei loro confronti.
“La polizia locale è un’istituzione e noi stiamo perdendo il senso di questa parola. Se viene indebolita l’istituzione, che è una piattaforma sociale, che serve a mantenere i collegamenti di una società, vendicandosi sui social con commenti di questo tipo, è giusto poi intervenire. Quando il vigile fa una multa, non sa nemmeno a chi la sta facendo, soprattutto per quanto riguarda le auto in sosta: si guarda l’azione, non il soggetto. Scatenarsi in quella maniera, con aggettivi tipo ‘Se li possano mangiare le medicine’, non è sicuramente una cosa bella. Certo, se l’istituzione commette un errore, questo va corretto, ma non si deve mai arrivare a questi estremi. Ci hanno detto di tutto, insulti, offese davvero molto forti, ma caso strano nessuno dice niente alla polizia, ai carabinieri o alla guardia di finanza, perché sanno quello che gli tocca”, dichiara il comandante della polizia locale. Appellativi poco carini, aggettivi sprezzanti. Ma non solo. Tra i cittadini di Anzio c’è chi insinua che il lavoro dei caschi bianchi non segua una linea di principio, ma che al contrario venga fatta molta differenza. Lo scorso luglio, per esempio, era stata segnalata l’auto di Federico Fashion Style, noto parrucchiere di Anzio, in divieto di sosta: per questo il parrucchiere era stato multato. Ma, nonostante ciò, spiega Arancio, c’è chi continua ancora a pensare che gli agenti in alcuni casi facciano finta di non vedere. Il comandante fa poi riferimento al focolaio Covid che si è sviluppato nella Polizia Locale di Anzio. A quanto pare, ad alcuni agenti incaricati di controllare assembramenti e arginare comportamenti poco rispettosi, durante il servizio qualcuno gli ha tossito sul volto e, dopo pochi giorni, si sarebbe diffuso a macchia d’olio il contagio. “Mi ha veramente fatto male vedere tutto questo: i miei uomini si sono ammalati per fare i controlli e c’è chi continua a insultarci”, ha dichiarato Arancio. Quello che è certo che gli agenti della Polizia Locale di Anzio continuano a lavorare per risalire a tutti coloro che continuano imperterriti a insultare e a diffamare.