Continuano le polemiche in merito alla gestione del canile di Pomezia, che ospita i cani provenienti da Ardea, Anzio e Nettuno, mentre quelli di Pomezia da una settimana sono ospitati da una struttura romana.
Il canile, lo ricordiamo, era stato posto sotto sequestro due settimane fa. Poi una parte era stata dissequestrata, mentre alcuni box sono ancora sotto il controllo della Magistratura. Oggi, dopo l’ennesimo tentativo da parte dei volontari di due associazioni animaliste di entrare per accudire i cani, arriva il comunicato stampa che pubblichiamo integralmente in cui i volontari si appellano ai sindaci di Ardea, Anzio e Nettuno.
“Il silenzio da parte delle pubbliche amministrazioni è ormai assordante, ad oggi due Associazioni, La Voce del Cane e Attivisti di Ardea e Pomezia, sono ancora impossibilitate a svolgere attività di volontariato, il tutto con gravi conseguenze per il benessere dei cani che non possono svolgere equamente attività di sgambamento e socializzazione e con enormi limitazioni per gestire le adozioni.
Sabato 17 febbraio i volontari hanno presentato un esposto presso i Carabinieri di Pomezia informando tutti i Comuni. Ricordiamo ai cittadini che anche nel lontano 2011 lo stesso gestore aveva chiuso i cancelli all’unica associazione allora presente, ma tutto si risolse in due settimane grazie all’intervento dei Sindaci dei Comuni interessati. Le associazioni sollecitano ancora una volta l’intervento dei Sindaci di Ardea, Anzio e Nettuno ed il servizio veterinario del territorio ASL RM6 preposto a far rispettare le normative vigenti all’interno dei canili.
I 28 volontari estromessi dall’attività di volontariato, con l’appoggio di centinaia di animalisti e altre associazioni, scenderanno presto nelle piazze dei Comuni e se necessario manifesteranno sotto la Regione Lazio per far valere i propri diritti e tutelare soprattutto i diritti dei cani.
A seguito dell’intervento dei NAS che hanno riscontrato un esubero del numero dei cani e sequestrato alcuni recinti, ci sono stati improvvisi trasferimenti di cani storici nel lontano Canile di Itri, le amministrazioni hanno dichiarato di non aver autorizzato alcun trasferimento, inquietante, la cosa inoltre incomprensibile è che siano stati trasferiti cani storici e non i cani ospitati nei recinti con sigilli che di fatto sono stati sequestrati.
Il canile privato ma convenzionato con i comuni di Anzio, Ardea e Nettuno deve garantire il benessere assoluto dei cani e la massima adottabilità che solo tre associazioni operative con costanza possono assicurare.
Non è accettabile che di sabato in un canile con 200 cani circa presenti escano in passeggiate due soli cani. Il direttore sanitario, pur essendo dipendente del gestore del canile, ha il dovere, anche morale, di garantire il benessere dei cani. Le associazioni chiedono alle amministrazioni, alla ASL RM6 e alla Regione di intervenire concretamente”.