Parlare con lui dà una gradevolissima sensazione: non è solo il piacere di conversare con una persona colta, preparata e dalla mente aperta, ma la consapevolezza che, nonostante la sua caratura, non non si dia – al contrario di molti personaggi pubblici – nessuna “aria”. Anzi, con una gentilezza innata, riesce a mettere a proprio agio tutti coloro che gli si avvicinano, dalla stampa ai fan. Un sorriso e una parola per tutti, un modo di fare da galantuomo d’altri tempi che incanta.
Pier Francesco Pingitore, drammaturgo, regista, sceneggiatore e autore televisivo, 83 anni e una mente che fa invidia ai 20enni, venerdì 31 agosto ha presentato ad Anzio la prima nazionale della sua commedia “Nerone vs Petronio, la cena segreta del Satyricon“, un successo annunciato.
Ma Pingitore, da 50 anni di spettacolo sulle spalle, di storie da raccontare ne ha moltissime.
Cosa le ha dato, questa lunghissima carriera?
“50 anni di soddisfazioni, preoccupazioni, dubbi, corse dal paradiso all’inferno e viceversa. E anche tante attese. La cosa più incredibile è che sono stato pagato per fare le cose che amavo di più, il lavoro che per me è il più bello del mondo, che avrei fatto anche gratis”.
Lei ha scoperto e fatto crescere personaggi diventati poi famosissimi. Ma quali sono quelli che le sono rimasti maggiormente nel cuore?
“Questo non glielo posso dire, altrimenti le persone che non cito ci restano male. Ma si sa che sono stato particolarmente legato e che mi sono state più vicine sono Oreste Lionello, Gabriella Ferri, Pamela Prati, Valeria Marini… ma non solo loro: ho avuto uno splendido rapporto con tutti gli attori che hanno lavorato con me, nominarli singolarmente sarebbe un elenco infinito. Le persone che, al contrario, ricordo con dispiacere… non le ricordo per niente”.
Lei si sta mettendo nuovamente in gioco, malgrado l’età non più giovanissima, senza perdere l’entusiasmo per questo lavoro, con cose nuove o con argomenti già trattati in precedenza e rivisti in chiave completamente diversa, come il Nerone che nel passato era un film interpretato da Pippo Franco.
“Era il 1976 quando lo abbiamo girato, c’erano anche Enrico Montesano, Aldo Fabrizi, Paolo Stoppa, Mariagrazia Bucciarella, Paola Borboni e tanti altri. E’ stato il primo film del Bagaglino. Ma la commedia di oggi è completamente diversa, tratta del complesso rapporto tra l’intellettuale e il potere, ma anche tra il potere e sé stessi, cioè quello che un imperatore – ma anche un detentore del potere assoluto, che può essere collocato anche ai giorni nostri – può chiedere a sé stesso”.
Quanto, attraverso la satira, la comicità e la risata si riesce a far riflettere il pubblico?
“Penso che se non ci si prefigge di far ridere e basta, raccontando barzellette, la risata possa essere un ottimo veicolo attraverso cui si induce una riflessione”.
Qual è stata la soddisfazione più grande in questi 50 anni di carriera?
“Il risultato positivo dell’ultima cosa fatta. Il resto appartiene alla memoria, serve per rievocare momenti di gloria, ma io cerco sempre di vivere il momento, di continuare e riuscire ancora ad avere successo, a divertire il pubblico: questa è la soddisfazione maggiore”.
Questo fa intendere che lei ha intenzione di continuare a lavorare ancora per molto. quali sono i suoi progetti futuri?
“Prossimamente esordiremo al Salone Margherita con uno spettacolo che si chiama ‘Femmina’: si tratta di un excursus sui grandi avvenimenti della storia. Finora è sempre stata scritta al maschile, io l’ho interpretata al femminile”.
Con quale peculiarità?
“Ho fatto incontrare personaggi di epoche diverse, come ad esempio Giovanna D’Arco e Barbara D’Urso, in omaggio all’universo femminile che io ho sempre molto ammirato e che non sempre trova una collocazione adeguata. Ovviamente tutto in chiave ironica, ridendo e giocando, il tutto accompagnato da una grande colonna sonora che è quella delle canzoni più belle degli ultimi 100 anni, sia italiane che straniere”.
Cos’è che le fa venire ogni volta l’idea giusta, la spinta che la porta a trattare un certo argomento piuttosto che un altro?
“Io nasco come giornalista: mi è rimasto il fiuto per le notizie. Mi attribuisco la capacità di ‘sentire l’aria che tira’, gli argomenti che possono suscitare maggiore interesse e di individuare i personaggi che maggiormente caratterizzano il tempo attuale. Questo mi ha permesso di restare sulla cresta dell’onda per tanti anni”.
Faccia una battuta ai nostri lettori.
“Mi auguro che non abbiano governanti come Nerone…”.