Pescatori di Anzio in crisi, tra caro carburante, fermo pesca e aumento del costo delle cassette in polistirolo. La crisi del settore è evidente in tutta la penisola e ad Anzio ha assunto proporzioni preoccupanti.
“Il caro carburante e i giorni aggiuntivi per l’arresto temporaneo (da sommare al fermo biologico), costituiscono un serio problema: il contributo economico non è sufficiente e arriva in tempi imprecisati, spesso dopo anni. Ciononostante, i piccoli pescherecci proseguono la loro attività, limitando così una completa riproduzione delle specie”. A lanciare l’allarme sulle condizioni in cui versa l’economia del mare è Angelo Grillo, presidente della cooperativa La Concordia, che con le sue barche da Anzio porta a riva ogni anno oltre 300 mila tonnellate specie ittiche destinate alla vendita. Un’attività che le ha permesso di fatturare nel 2021 circa 3,8 milioni di euro, in ripresa rispetto al 2020 ma ancora lontana dai livelli pre-Covid.
“Se continua così, non resta altra scelta che restare a terra”
A frenare la ripartenza si sono aggiunti ultimamente anche la spirale inflazionistica e la guerra in Ucraina, che hanno contribuito ad aggravare una situazione già precaria. “Uscire in mare non conviene più – prosegue Grillo -. I rincari su materie prime e carburanti hanno alzato le spese a tal punto da superare il valore delle entrate. In particolare le casse di polistirolo sono aumentate in un modo esponenziale nell’arco di pochi mesi. Se continua così, non ci rimane altra scelta che restare a terra. Se ciò accadesse, a rimetterci sarà la nostra clientela, composta soprattutto da ristoratori e grossisti. Tuttavia, per ora reggiamo. Non abbiamo paura e, nonostante le difficoltà, siamo ottimisti e contiamo che l’arrivo di più visitatori rispetto all’anno scorso possa portare nuova linfa vitale al turismo marittimo”.
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