Il crollo si poteva evitare? Sarà ora il giudice a stabilirlo. Si è celebrata questa mattina presso il Tribunale di Rieti l’udienza preliminare durante la quale il Gup, il dott. De Angelis, ha accolto la richiesta dei Pm e rinviato a giudizio O.B., 83enne, residente ad Amatrice, accusato di omicidio colposo per il crollo dell’hotel Roma durante il terremoto di Amatrice del 2016 nel quale persero la vita sette persone. Tra loro Alba Pazienti, 84enne di Anzio, i cui familiari si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato in incidenti mortali con sedi in tutta Italia, e sperano ora di ottenere giustizia.
Gli avvenimenti della notte del 24 agosto 2016
Il crollo dell’Hotel Roma, sito in via Bastioni ad Amatrice, si verificò in occasione della forte scossa di terremoto avvenuta attorno alle 3.30 della notte del 24 agosto del 2016. Come indicato dai Pm Lorenzo Francia e Rocco Gustavo Maruotti nella richiesta di rinvio a giudizio, O.B., in qualità di progettista strutturale e direttore dei lavori all’hotel Roma “non impediva l’utilizzo della struttura ricettiva e poi il crollo”. I lavori, relativi alla ristrutturazione e all’esecuzione di una variante alla struttura dello storico hotel, furono eseguiti nel lontano 1975. Secondo l’accusa O.B. avrebbe compiuto delle azioni colpose commissive e omissive sia in fase progettuale che in fase esecutiva.
Nella richiesta di rinvio a giudizio sono inoltre citati altri soggetti che potrebbero aver concorso al crollo della struttura, tra i quali l’allora Capo Ispettore del Genio Civile di Rieti, l’allora Sindaco del Comune di Amatrice e i fratelli comproprietari dell’Hotel Roma, tutti però nel frattempo deceduti. Il consulente tecnico incaricato dai Pm per far chiarezza sul crollo, il Prof. Ing. Antonello Salvatori, nella sua perizia evidenzia che “l’edificio è collassato a causa di carenze e violazioni di legge sia in fase progettuale che esecutiva”. Evidenzia, infatti, che i pilastri del piano rialzato, sottodimensionati e non saldamente vincolati alle travi, sotto la spinta sismica, anche a causa della bassa resistenza del calcestruzzo, abbiano raggiunto il punto di rottura e siano crollati. Conclude poi la sua relazione dicendo che: “il rispetto della normativa antisismica all’epoca vigente avrebbe impedito il verificarsi del crollo”.
La vittima di Anzio
“Il terremoto di Amatrice è stato una vera e propria tragedia imprevedibile – commenta Corrado De Franceschi, responsabile della sede Giesse di Nettuno – Assieme alla signora Alba, che purtroppo ha perso la vita, sono rimasti sotto le macerie anche i suoi nipoti Silvia ed Alessandro, assieme alla fidanzata di quest’ultimo. Loro fortunatamente si sono salvati, ma le importanti lesioni fisiche che hanno subìto a causa del crollo hanno richiesto vari interventi chirurgici e riabilitazione, per non parlare delle conseguenze psicologiche e della paura che ancora oggi non li abbandona. I familiari della signora Alba attendono ora di capire se la sua morte si sarebbe potuta evitare se si fosse rispettata la normativa antisismica”. L’imputato che affronterà ora il processo, la prima udienza è fissata per il 14 ottobre prossimo.