A seguito del “lockdown” per l’emergenza covid19, diverse specie protette, prima tra tutte il fratino (Charadrius alexandrinus), hanno iniziato a nidificare non solo nelle aree a tutela, ma anche in quelle di spiagge libere e nelle aree in concessione per l’uso turistico/balneare.
Le associazioni “Save the Sea Roma” e “Creature del mare” onlus, insieme al responsabile del progetto “Habemus dune” Arch. Cristiano Casafina, si sono occupate nella scorsa primavera, del monitoraggio a protezione dei nidi di fratino e corriere piccolo (Charadrius dubius), nell’area compresa tra la foce del fosso dell’Incastro e quella del fosso della Moletta, nel Comune di Ardea (Rm). Pochi giorni fa, nella suddetta area è stato messo in sicurezza un nuovo nido di fratino.
Ripresa attività balneari: i pericoli
«Tuttavia – scrivono le associazioni – già da alcuni giorni, è stato permesso ai titolari delle concessioni di poter iniziare la sistemazione dei lidi e la pulizia delle spiagge, proprio ora che le specie nidificanti sono in piena attività sulle spiagge. Dato che la distruzione di nidi e l’uccisione dei pulcini sono reati penali ai sensi degli articoli 544 bis e 727 bis del Codice Penale e dell’art. 21 comma 1 lettera o della L. 157/1992, le suddette associazioni chiedono agli Enti preposti alla tutela delle specie protette, di agire rapidamente al fine di coordinare gli interventi della Guardia Costiera e Polizie Locali, in collaborazione con i volontari; affinchè si possano individuare tutti i nidi già attivi, o in procinto di esserlo, evitando la distruzione involontaria degli stessi da parte dei mezzi meccanici, utilizzati sugli arenili. Si ricercano ulteriori volontari per effettuare i turni di monitoraggio ai nidi».
«In attesa della “fase 2” relativa all’emergenza che il nostro Paese vive, le Associazioni stanno collaborando con l’Amministrazione del Comune di Ardea (Rm) che ha preparato una nuova ordinanza a tutela delle due specie, fratino e corriere piccolo, di prossima uscita. Si invitano i cittadini a rispettare i divieti inseriti nell’ordinanza, soprattutto a non liberare i cani nella zona di nidificazione».
«L’area del fosso dell’Incastro, ha un’importante valenza naturalistica come zona umida, oltre ad essere limitrofa ad un ecosistema dunale, più volte bonificato grazie a eventi ecologici di pulizia manuale. In prossimità della foce, infatti si possono osservare aironi bianchi, cinerini, garzette, piovanelli tridattili, cormorani, per questo alcuni mesi fa, si è richiesta l’Istituzione a Monumento Naturale, con annesso il sito archeologico “Castrum Inui”. Il sito, seppellito per secoli nelle provvidenziali dune marine, è stato miracolosamente salvato dall’espansione residenziale-balneare che ha contraddistinto il litorale a Sud di Roma negli anni recenti. Qui si conservano i resti di un abitato romano sovrapposto ad un insediamento latino, dedicato al dio Inuo – sorto presso il fiume Incastro (emissario del Lago di Nemi). Al momento, le associazioni hanno richiesto la possibilità di un permesso, per recarsi sul luogo per le attività di monitoraggio nel rispetto delle norme per la sicurezza e distanziamento sociale, dati i limiti di circolazione del decreto legge legato al COVID-19».