Il mondo di internet non smette mai di sorprenderci. Anche adesso che è esplosa la psicosi da Blue Whale, i ‘bufalari’ del web non hanno perso occasione per lanciare in rete false segnalazioni della macabra nonché inquietante pratica che ha letteralmente sconvolto il mondo. E così, come se la Polizia, e in particolare anche quella Postale, non avesse abbastanza lavoro nel cercare di accertare i casi reali da quelli presunti o falsi, qualche idiota da tastiera si diverte a mandare in giro finte foto con il solo unico scopo di alimentare paura e terrore. Ma come si possono distinguere le false segnalazioni di questa pratica da quelle reali?
Blue Whale: ecco un falso smascherato dalla Polizia Postale
Il messaggio in immagine è stato viralizzato sui social pur essendo privo di qualsiasi fondamento ed è stato CREATO DA QUALCHE BURLONE PUBBLICIZZANDO UNA UTENZA DI UN ESERCIZIO COMMERCIALE. “Collaboriamo tutti ad un’informazione di sensibilizzazione e prevenzione consapevole e mirata evitando scherzi di pessimo gusto come questo di cui vi stiamo parlando”, fa sapere la Polizia, “in cui è stato associato un numero telefonico di un esercizio commerciale ad un fenomeno serio e pericoloso per i nostri figli”.
A Roma altri due casi chiariti di Blue Whale
Diverse le storie di due adolescenti che, seppur per pochi istanti, hanno fatto presupporre, agli investigatori della Polizia di Stato della capitale, di trovarsi di fronte al fenomeno del “Blue Whale”.
Nel primo episodio a dare l’allarme è stato uno dei gestori di telefonia mobile dopo che, un Sms, scritto da un’adolescente ad un numero fatto a caso, annunciava il superamento di tutti i livelli del gioco, indicando così un possibile epilogo fatale. Gli accertamenti informatici, eseguiti a tempo record dalla sala operativa della Questura, hanno permesso di appurare che l’adolescente era regolarmente a scuola ed ignaro di tutto. Subito dopo i poliziotti hanno scoperto che un compagno di classe del presunto giocatore, per scherzare, aveva mandato l’Sms con i riferimenti al “Blue Whale”.
Più drammatica l’altra vicenda: un fanciullo, per attirare l’attenzione, ha fatto intendere ai familiari di essere in una fase avanzata del gioco, mostrando furtivamente una balena disegnata su un braccio. I familiari si sono rivolti al 112 Nue –Numero unico delle emergenze-; ad intervenire nell’immediatezza sono stati i poliziotti del commissariato di zona, coadiuvati fin da subito da personale specializzato in disagio giovanile. Gli agenti, con le cautele del caso, hanno subito verificato che la balena mostrata era solo disegnata con un pennarello rosso e non incisa sulla pelle. Per ulteriori accertamenti clinici il ragazzo, con il consenso dei genitori, è stato portato in un centro specialistico.
Blue Whale ‘reale’ invece a Fiumicino, 15enne tenta il suicidio: salvata in extremis prima di finire sotto a un treno
Il ‘gioco’ del suicidio, l’ormai famigerato “Blue Whale”, ha il suo primo caso accertato in Italia, e precisamente a Fiumicino, dove una ragazzina di 15 anni ha chiamato la polizia per salvare la vita a una sua amica coetanea, che le aveva rivelato di volersi suicidare buttandosi sotto un treno, così come previsto dalla persona che la stava seguendo e le dava ordini attraverso il gioco maledetto.
“Non avete molto tempo – ha urlato spaventata la ragazzina al telefono con i poliziotti, come riporta l’agenzia di stampa Adnkronos – Dovete intervenire subito perché mi ha detto che fra poche ore si ucciderà come una delle prime vittime della Blue Whale. E mi ha anche detto che le dispiaceva essere arrivata solo a metà percorso ma che non sopportava più di vivere. E che il gioco lo avrebbe terminato suicidandosi sui binari del treno”.
Il suo ‘curatore’ aveva deciso per la 15enne di Fiumicino non l’ormai noto lancio nel vuoto da un edificio alto, ma una morte diversa che la facesse diventare, secondo l’assurdità del gioco, ancora di più una eroina: doveva infilare la testa sui binari del treno aspettando che questo passasse, mentre nelle sue orecchie suonava una macabra musica che l’avrebbe accompagnata alla morte.
“Il telefono ha squillato all’alba – ha raccontato all’agenzia di stampa Adnkronos la mamma della ragazzina – Ho risposto col cuore in gola perché ho pensato fosse successo qualcosa. Era un poliziotto, che mi informava che mia figlia era nel gioco della Blue Whale e che rispondeva alle sollecitazioni di un curatore che, di giorno in giorno, le ordinava le regole della sfida”. Una sfida che riesce a trascinare gli adolescenti in uno stato depressivo acuto che non trova altre vie d’uscita se non la morte. “Mentre aspettavo che la polizia arrivasse a sequestrare il telefonino e il computer di mia figlia – prosegue la mamma della 15enne con i giornalisti di Adnkronos – senza essere vista ho preso il suo cellulare per accertarmi che quanto mi avevano appena raccontato fosse vero. Non sapevo neanche l’esistenza di questa Balena Blu, che invece è subito apparsa sullo schermo. Insieme a lei anche quattro sue amiche facevano lo stesso gioco e avevano già superato il ventesimo giorno di sfida. Mi ha impressionato come, malgrado si fossero procurate i tagli sulla pelle, tutte e quattro si mostrassero sorridenti. Mi sono ripetuta più volte che Sara aveva paura del dolore e che mai si sarebbe ‘autolesionata’. E invece non era così. Ho dovuto ingoiare un altro boccone amaro perché quando le ho raccontato che sapevo ormai tutto e che sarebbe arrivata la polizia postale a sequestrare le chat, lei è scoppiata a piangere e mi ha fatto vedere un taglio sull’addome. Un taglio puntellato come se si fosse incisa con un oggetto appuntito. Era una delle tappe previste, mi ha poi spiegato”.
“Quello che è successo a mia figlia può accadere a chiunque. Lei è sicuramente fragile ed è quindi stata adescata in maniera più violenta. Non mi aveva mai detto nulla perché nel gioco il curatore le ordinava di far finta di niente. Credo che provasse una eccitazione mista a paura e quindi viveva nel silenzio. Così ha passato tre mesi senza uscire di casa. Andava soltanto a scuola, dove peraltro è molto brava. Io inizialmente ho pensato dipendesse dai conflitti che ci sono in famiglia e che sono rimasti inascoltati alle orecchie delle autorità informate dei fatti. Solo con i giorni mi sono accorta che invece Sara diventava triste e cupa”.
Anche le altre ragazze che avrebbero iniziato la sfida, almeno cinque, sono di Fiumicino. Quando la voce ha iniziato a circolare per il paese, i presidi hanno informato gli uomini del commissariato locale. La mamma della 15enne che stava per suicidarsi ha lanciato un appello ai genitori degli adolescenti: “Quello che è successo a mia figlia può accadere a chiunque. Lei è sicuramente fragile ed è quindi stata adescata in maniera più violenta. Non mi aveva mai detto nulla perché nel gioco il curatore le ordinava di far finta di niente. Credo che provasse una eccitazione mista a paura e quindi viveva nel silenzio. Così ha passato tre mesi senza uscire di casa. Andava soltanto a scuola dove peraltro è molto brava. Io inizialmente ho pensato dipendesse dai conflitti che ci sono in famiglia e che sono rimasti inascoltati alle orecchie delle autorità informate dei fatti. Solo con i giorni mi sono accorta che invece mia figlia diventava triste e cupa”.
Sulla vicenda si è espresso Paolo Calicchio, assessore alla scuola del Comune di Fiumicino. “Sto cercando di mettere in piedi una macchina di ascolto e supporto che possa salvare i giovani da questo gioco estremamente pericoloso. Stiamo accertando con la polizia le storie di cui siamo a conoscenza e cercheremo di intervenire nel modo più incisivo possibile. Da padre, prima che da assessore, chiedo ai genitori di vigilare maggiormente sui loro figli che in questo momento rischiano davvero molto se nessuno li controlla. Perché esistono situazioni, come quelle raccontate in queste incredibili sfide, che il più delle volte non hanno un ritorno. E che stanno portando alla luce un substrato di patologie e malesseri profondi che si annidano nelle giovani generazioni”.
Il Blue Whale: come difendersi, i Consigli della Polizia Postale
Il Blue Whale – tradotto letteralmente balena blu – idealmente si rifà al comportamento tipico delle balenottere azzurre che, ad un certo punto della loro vita, senza apparente motivo, si spiaggiano e muoiono. Viene definito un gioco ma sarebbe più corretto definirlo pratica inquietante o rito in cui attraverso una serie di regole/prove porta un giovane al suicidio. Partito dai social russi con un presunto numero di vittime si è propagato in altri paesi tra i quali il nostro. A questo incubo travestito da sogno si accede attraverso determinati forum o gruppi social e scrivendo un messaggio con un’hashtag che preferiamo non pubblicare. Questo sarebbe l”input per cui un “tutor” avvia un contatto con l’adolescente, minacciando di rivelare pubblicamente informazioni personali di cui è a conoscenza. Tenuto conto che molte informazioni presenti in rete sul fenomeno sono da verificare e che questa non è la prima ne l’ultima minaccia per i nostri ragazzi rimane sempre fondamentale la comunicazione genitori figli. Parliamo di quel canale che mai si dovrebbe interrompere per non permettere agli adolescenti di vivere una vita parallela online in balia degli eventi senza l’ausilio dell’adulto di riferimento.
CONSIGLI PRATICI PER I GENITORI:
• Il Blue Whale è una pratica che può suggestionare i ragazzi ed indurli progressivamente a compiere atti di autolesionismo, azioni pericolose (sporgersi da palazzi, cornicioni, finestre etc) sino ad arrivare al suicidio. Questa suggestione può essere operata dalla volontà di un adulto che aggancia via web e induce la vittima alla progressione nelle 50 tappe della pratica oppure da gruppi whatsapp o sui social nei quali i ragazzi si confrontano sulle varie tappe, si fomentano reciprocamente, si incitano a progredire nelle azioni pericolose previste dalla pratica, mantenendo gli adulti significativi ostinatamente all’oscuro;
• Aumentate il dialogo sui temi della sicurezza in rete: parlate con i ragazzi di quello che i media dicono e cercate di far esprimere loro un’opinione su questo fenomeno;
• Prestate attenzione a cambiamenti repentini di rendimento scolastico, socializzazione, ritmo sonno veglia: alcuni passi prevedono di autoinfliggersi ferite, di svegliarsi alle 4,20 del mattino per vedere video horror, ascoltare musica triste.
• Se avete il sospetto che vostro figlio frequenti spazi web sulla Balena Blu-Blue Whale parlatene senza esprimere giudizi, senza drammatizzare né sminuire: può capitare che quello che agli adulti sembra “roba da ragazzi” per i ragazzi sia determinante;
• Se vostro figlio/a vi racconta che c’è un compagno/a che partecipa alla sfida Balena Blue-Blue-Whale, non esitate a comunicarlo ai genitori del ragazzo se avete un rapporto confidenziale, o alla scuola se non conoscete la famiglia; se non siete in grado di identificare con certezza il ragazzo/a in pericolo recatevi presso un ufficio di Polizia o segnalate i fatti a www.commissariatodips.it;
AI RAGAZZI:
• Nessuna sfida con uno sconosciuto può mettere in discussione il valore della tua vita: segnala chi cerca di indurti a farti del male, a compiere autolesionismo, ad uccidere animali, a rinunciare alla vita su www.commissariatodips.it;
• Ricorda che anche se ti sei lasciato convincere a compiere alcuni passi della pratica Blue Whale non sei obbligato a proseguire: parlane con qualcuno, chiedi aiuto, chi ti chiede ulteriori prove cerca solo di dimostrare che ha potere su di te;
• Se conosci un coetaneo che dice di essere una balena Blu-blue whale parlane con un adulto: potrebbe essere vittima di una manipolazione psicologica e il tuo aiuto potrebbe farlo uscire dalla solitudine e dalla sofferenza;
• Se qualcuno ti ha detto di essere un “curatore” per la sfida Blue Whales-Balena Blu sappi che potrebbe averlo proposto ad altri bambini e ragazzi: parlane con qualcuno di cui ti fidi e segnala subito chi cerca di manipolare e indurre dolore e sofferenza ai più piccoli a www.commissariatodips.it;
• Se sei stato aggiunto a gruppi whatsapp, Facebook, Istagram, Twitter o altri social che parlano delle azioni della Balena Blu-Blue Whale parlane con i tuoi genitori o segnalalo subito su www.commissariatodips.it;