Minacce e atti persecutori di una 24enne nei confronti del suo ex. Un copione ricorrente anche se stavolta la stalker è una giovane ragazza che non ha accettato la fine della storia d’amore e ha messo in atto tutta una serie di azioni che hanno reso la vita della vittima impossibile al punto da decidere di denunciare la 24enne.
Misura cautelare in carcere nei confronti della stalker
Gli agenti della Polizia di Stato del commissariato Anzio-Nettuno, al termine di una delicata indagine, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Velletri nei confronti di una 24enne, di origini bulgare, di Anzio gravemente indiziata del delitto di atti persecutori nei confronti dell’ex compagno.
L’indagine e le prove raccolte
Il provvedimento in argomento è stato emesso al termine di una serrata e tempestiva attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Velletri, a seguito della denuncia presentata negli uffici di polizia dal ragazzo, che ha permesso di raccogliere a carico dell’indagata gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato atti persecutori.
Atti persecutori a telefono, sui social e di persona
La denuncia, corroborata dall’attività di escussione testimoniale successivamente realizzata e dalle analisi dei file-audio video acquisiti, ha fatto emergere che, dopo il termine della relazione sentimentale a causa della gelosia ossessiva della odierna indagata, era iniziata la sua condotta persecutoria, tramite telefono, social, ma anche realizzata di persona. La stessa controllava e minacciava la propria vittima, anche paventando intenti autolesivi e suicidari.
La paura della vittima
La 24enne, assolutamente determinata nel proprio intento delittuoso, aveva raggiunto l’ex compagno presso la propria abitazione, presso quella dei parenti ed infine sul posto di lavoro, costringendolo a cambiare le proprie abitudini di vita e a non uscire per timore di incontrarla ed essere aggredito. L’attività realizzata testimonia la massima attenzione e prontezza che ogni giorno la Polizia di Stato adotta nella lotta a questo tipo di reati.
Ad ogni modo l’indagata è da ritenere presunta innocente, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.