Il Teatro all’aperto di Villa Adele che, con il nuovo progetto voluto dal Sindaco di Anzio, Candido de Angelis, sarà ampliato fino a contenere circa 1.850 spettatori, comodamente seduti, con la rassegna di #AnzioEstateBlu2019, si candida ad essere uno dei palcoscenici più importanti d’Italia. I big della musica, del teatro e del cinema, saranno ad Anzio, Città della Bandiera Blu, della Bandiera Verde, plastic-free e no-smoke, con circa quattordici chilometri di spiagge ed un programma di eventi culturali di grande spessore, per una stagione turistica annunciata sold out prima di cominciare.
“Il Parco di Villa Adele è uno dei simboli cittadini, – ha dichiarato il Sindaco di Anzio, Candido De Angelis, sul news-magazine, tirato in 100.000 copie, dalla Ventidieci – che tornerà ad ospitare eventi di livello nazionale. Il teatro all’aperto sarà completamente rinnovato, secondo le linee guida dell’Amministrazione ed un progetto redatto da un tecnico esperto, con oltre 1800 comodi posti ed un nuovo palcoscenico. Inoltre sono previsti eventi nelle Piazze del territorio, al Parco Archeologico e del Vallo Latino Volsco, nelle Ville di Anzio ed allo Stadio del Baseball, con in grande Concerto di Antonello Venditti”.
Tra i primi big a salire sul nuovo palcoscenico del teatro di Villa Adele, venerdì 19 luglio, il bravissimo Luca Argentero in “È questa la vita che sognavo da bambino?”, con la regia di Edoardo Leo e le musiche di Davide Cavuti. Organizzazione dell’evento a cura della Ventidieci, insieme al Comune di Anzio.
Luca Argentero in “È questa la vita che sognavo da bambino?“, spettacolo prodotto dalla Stefano Francioni Produzioni, racconta le storie di grandi personaggi dalle vite straordinarie che hanno inciso profondamente nella società, nella storia e nella loro disciplina. Raccontati sia dal punto di vista umano che sociale, con una particolare attenzione al racconto dei tempi in cui hanno vissuto.
Luisin Malabrocca, Walter Bonatti e Alberto Tomba, tre sportivi italiani che hanno fatto sognare, tifare, ridere e commuovere varie generazioni di italiani.
Luisin Malabrocca, “l’inventore” della “Maglia Nera“, il ciclista che nel primo Giro d’Italia dopo la guerra si accorse per caso che arrivare ultimo, in una Italia devastata come quella del 46, faceva molta simpatia alla gente: riceveva salami, formaggi e olio come regali di solidarietà. Automaticamente attirò anche l’attenzione di alcuni sponsor, riuscendo a guadagnare di più arrivando ultimo che puntando alla vittoria. In poco tempo è arrivata anche la popolarità. In lui le persone hanno riconosciuto l’anti-eroe che è nel cuore di ogni italiano, ma, insieme alla popolarità, sono arrivati nuovi sfidanti in una incredibile corsa a chi arriva ultimo.
Walter Bonatti, l’alpinista che dopo aver superato incredibili sfide con la roccia, il clima e la montagna, arrivato a oltre ottomila metri d’altezza, quasi sulla cima di una delle montagne più difficili da scalare del mondo, il K2, scoprì, a sue spese, che “la minaccia più grande per l’uomo è l’uomo stesso”. La grande delusione del K2 lo ha spinto ancora a mettersi alla prova in nuove sfide solitarie, nuove scalate impossibili e infine a viaggiare in tutto il mondo. Tutto ciò per trovare la cosa più importante della vita: se stesso.
Alberto Tomba, il campione olimpico capace di fermare il Festival di Sanremo con le sue vittorie. L’insolito sciatore bolognese che, con la sua leggerezza nella vita e aggressività sulla pista, è arrivato a essere conosciuto in tutto il mondo come “Tomba la bomba”.Uno dei più grandi campioni della storia dello sci che, intorno alle sue imprese sportive, ha unito l’intera Nazione, incarnando la rinascita italiana, forse illusoria ma, sicuramente, spensierata degli anni 80.
Tre storie completamente diverse l’una dall’altra, tre personaggi accomunati da una sola caratteristica, essere diventati, ognuno a modo proprio, degli eroi.