Nella città di Anzio un uomo risultato positivo al coronavirus ha lasciato un gatto in casa. L’uomo ex dipendente dell’Asl Rm 6, ha 70 anni ed è ricoverato all’ospedale dei Castelli. Preoccupato per il suo animale domestico, ha incaricato i suoi vicini di portargli da mangiare. Entrambi dopo qualche giorno sono risultati positivi al Covid-19. Sulla vicenda gli organi di controllo della Regione Lazio con l’istituto zooprofilattico stanno cercando di verificare le condizioni dell’animale ed è stata attivata un’indagine epidemiologica sui due contagiati.
Si ricorda comunque che gli esperti ritengono altamente improbabile che cani e gatti possano contagiare a loro volta l’uomo, mentre invece è possibile che accada il contrario. Quindi l’uomo può infettare l’animale, ma l’animale non infetta l’essere umano.
Resta da capire adesso come possano essersi contagiati i due vicini di casa, per questo il gatto è stato prelevato e posto sotto osservazione. E’ molto più probabile che i due vicini abbiano, prima del ricovero, avuto contatti diretti con l’uomo positivo, oppure che abbiano toccato oggetti dove ancora era depositato il virus, o – ancora, ipotesi però più remota, che il link epidemiologico vada ricercato altrove.
Sulla questione si è espresso l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, riferendo di aver “dato mandato all’istituto zooprofilattico di fare i tamponi sull’animale che è in buone condizioni. Attendiamo gli esiti”. Anche l’Istituto superiore di Sanità ha cercato di dare dei chiarimenti in merito. “Gli animali domestici sono suscettibili a Sars-CoV-2 ed è importante proteggerli dai pazienti affetti da Covid-19, limitando la loro esposizione. Fino al 2 aprile ci sono stati solamente quattro casi documentati: in tutti all’origine dell’infezione vi sarebbe la malattia dei loro proprietari affetti da Covid-19”.
Ad Anzio i casi positivi al Coronavirus da 4 giorni sono sempre 12, anche se agli Ospedali Riuniti di Anzio e Nettuno ci sono stati due casi positivi, una donna di 50 anni e un uomo di 70 anni, non ricollegabili ai primi casi registrati sul territorio e trasferiti presso strutture ospedaliere Covid-19.