Prima di quei pugni, di quei calci e di quella corsa disperata in ospedale di martedì scorso con il naso rotto e il viso pieno di lividi, Francesca (nome di fantasia) ha dovuto sopportare e fare i conti con insulti, continue minacce, spintoni. E addirittura furti. Lei, una ragazzina di appena 14 anni, è finita nel ‘mirino’ dei suoi compagni di classe e quella scuola media di Anzio, la Giovanni Falcone, per lei era diventata un inferno, come l’ha definito la madre.
L’istituto in cui avrebbe dovuto studiare, migliorare, ma anche socializzare, per lei era una ‘trappola’. E l’ultimo episodio, l’ennesimo di un’escalation di violenza, ne è la dimostrazione: Francesca è stata accerchiata al termine di una lezione di ginnastica, approfittando dell’assenza dell’insegnante, da quattro ragazzini, tre femmine e un maschio. E lì, a quel punto, è stata pestata di botte. Poi, come se non bastasse i bulli, che come lei erano finiti in ospedale, hanno pensato bene di riprendere la scena e di far girare quei video sui social. Mentre Francesca era in attesa per le cure, con il viso livido e quelle ‘cicatrici’ non visibili che si porterà per lungo tempo.
Le altre aggressioni e poi il violento pestaggio durante la lezione di ginnastica
Francesca, come ha spiegato la mamma a Repubblica, sarebbe stata presa di mira e attaccata perché “non parlava bene l’italiano“. Loro, infatti, hanno vissuto per anni in Argentina, a Buenos Aires, ma sono nate ad Anzio, sul litorale romano. E sullo sfondo razzista sono partiti i primi insulti, che da tempo circolavano sui social e sulle chat di classe: “Te ne devi andare, argentina di m****”. Poi quelle violente aggressioni, i furti di penne, quaderni, tutte azioni che “l’hanno logorata giorno dopo giorno”. E andare a scuola faceva sempre più paura. Francesca viveva nel terrore perché quelli nei suoi confronti sembravano veri e propri ‘raid’. Prima di martedì, la 14enne era già stata picchiata.
Giovedì scorso, all’uscita di scuola, l’adolescente è tornata a casa con una ‘guancia rossa, la forma di cinque dita, e un graffio sulla mano’. La scuola sapeva perché, come ha raccontato la mamma, Francesca era stata picchiata e aiutata da una signora che era lì. Eppure, l’istituto non avrebbe fatto nulla per fermare quella violenza. Forse, quella di martedì si sarebbe potuta evitare. Ma restano i se e i ma. E resta una ragazzina ferita sul corpo e nell’animo.
“La vicepresidente mi ha risposto che non sapeva nulla, il giorno dopo ha inviato una nota in cui ha vietato agli studenti di uscire di scuola” – spiega la mamma. Poi, il lunedì successivo Francesca ha ricevuto un messaggio “Ti riempiano di botte, stai attenta”. E dalle parole i baby bulli sono passati ai fatti perché martedì l’hanno accerchiata e aggredita. Ancora una volta. Ma quello che fa male è il silenzio, l’indifferenza perché mamma Giulia da novembre avrebbe inviato oltre dieci segnalazioni alla scuola. Eppure, non ha mai ricevuto risposte.
Chiusa dalla vice preside in uno stanzino
Oltre al danno la beffa. Le tre baby bulle hanno denunciato Francesca perché secondo il loro racconto è stata lei a iniziare. Loro, quindi, si sarebbero solo difese. A tutto questo si aggiungono le dichiarazioni della mamma della 14enne perché la ragazza sarebbe stata chiusa, il giorno dell’aggressione, nello stanzino dalla vice preside per ben 35 minuti. Anche lei convinta che tutto sarebbe partito da Francesca.
“La vicepresidente ha tenuto mia figlia in uno stanzino per 35 minuti. Mentre lei piangeva e le gocciolava il sangue dal naso, la accusava di aver aggredito per prima. Non la perdono, è stato un atto troppo grave. L’ambulanza è stata chiamata dopo un’ora”.
Come sta la 14enne di Anzio picchiata a scuola
Francesca ieri è stata operata al naso e dovrà portare per dieci giorni il gesso. Ma ora, più che mai, si sente sola, abbandonata a se stessa perché nessuno l’ha chiamata. Nessuno dei suoi compagni, nessuno dei suoi professori si è fatto sentire, si è fatto avanti. Nessuno ha preso le sue difese. E lei deve continuare a sopportare un fardello troppo pesante per la sua età. ‘Non è giusto, mi sento sola’ – ha spiegato.
Le dichiarazioni del Presidente Zingaretti
Sulla vicenda, l’ennesimo racconto di una pagina di cronaca fatta di bullismo e aggressioni, ha preso parola anche il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che ha espresso massima solidarietà alle 13enne. Poi, ha invitato chi indaga a fare chiarezza su ‘chi sono i responsabili e su chi non ha vigilato rendendo possibile questa follia’. L’invito è quello di non lasciare sola Francesca e di ascoltare il suo grido di dolore. Quando in realtà, a quell’età, un’adolescente dovrebbe solo divertirsi, vivere in modo spensierato. Non nel terrore, nella paura di essere pestata di botte. Da chi in gruppo, forse, si sente forte.