«Ormai siamo alla vigilia della riapertura delle scuole ed il Ministro della Salute, Roberto Speranza ha informato in Senato che l’Italia è l’unico Paese in Europa e nel mondo che metterà a disposizione 11 milioni di mascherine al giorno per studenti e personale scolastico, informativa confermata dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Che fine faranno tutte queste mascherine, peraltro monouso, una volta utilizzate e come verranno raccolte neanche una parola».
E’ quanto sostiene in una nota Piergiorgio Benvenuti, responsabile delle politiche ambientali di Forza Italia a Roma e Presidente del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale.
«Le mascherine quindi saranno obbligatorie a scuola nei momenti dinamici, quando ci sono contatti e rischi concreti, mentre nei momenti statici la mascherina può essere abbassata.
Un programma che prevede quindi circa 220 milioni di mascherine mediamente al mese e pertanto quasi 2 miliardi all’anno.Sino al programma per le scuole -prosegue Benvenuti- si ipotizzava un fabbisogno di circa 40 milioni di mascherine al giorno, oltre un miliardo al mese, che hanno prodotto 300 tonnellate di rifiuti quotidiani. Ora con gli 11 milioni di mascherine per le scuole i rifiuti quotidiani salgono a circa 384 tonnellate quotidiane.
Proseguiamo a sostenere come Ecoitaliasolidale che abbandonare le mascherine in terra vuol dire lasciare in natura oggetti fortemente inquinanti, che potrebbero anche essere contagiosi, dispositivi prodotti in polipropilene o altre materie plastiche e quindi mettendo a rischio ancor di più l’ambiente. Anche una piccola percentuale di abbandono fuori ogni regola produrrebbe causare un inquinamento di forte rilevanza per l’ambiente.
Da tempo stiamo proponendo -prosegue Benvenuti- una raccolta apposita magari con contenitori simili a quelli utilizzati per la raccolta dei farmaci all’ingresso delle farmacie, da posizionare anche all’ingresso dei supermercati e centri commerciali e chiaramente ora presso gli istituti scolastici.
Ma non solo -prosegue Benvenuti- vi è altresì la necessità di prendere in considerazione la produzione nazionale, mascherine certificate ma che possono essere riutilizzabili, produzione in Italia maggiormente controllabile per i materiali utilizzati, oltre a garantire una e diminuzione dell’inquinamento complessivo collegato al trasporto. Infine dettare regole certe e uguali in ogni Regione non solo per la raccolta, ma anche per le modalità di smaltimento finale.
Invitiamo pertanto anche il Ministro dell’Ambiente Costa ad intervenire per competenza in questo avvio delle scuole in quanto non è impossibile omettere una adeguta programmazione di raccolta straordinaria dei dispositivi nei plessi scolastici. Sarebbe altresì un pessimo segnale ai giovani -conclude Benvenuti- in una agenzia educativa fondamentale come la scuola».