Con un cartello privo di indicazioni sulla determina e la normativa di riferimento, il M5S “abbatte” di fatto i due simboli testimoni della riconquista del diritto dei cittadini di accedere liberamente e gratuitamente al mare e alle spiagge. E intanto Roma Capitale spende e spande soldi pubblici per gli “stabilimenti urbani”.
La comparsa dei cartelli ad Ostia
Pensavamo di averle viste e sentite tutte. Sbagliavamo. Dopo molteplici richieste ufficiali di chiarimento sono comparsi nelle ultime ore dei cartelli “esplicativi”, con tanto di logo di Roma Capitale, affissi in prossimità dei due varchi chiusi al Pontile. I cartelli sono privi di qualsiasi indicazione sulla determina o sulla normativa di riferimento, in quanto inesistenti, e recitano: “Varco chiuso per covid”. Che significa? Che relazione c’è fra il covid e il varco chiuso?
L’Amministrazione dovrebbe spiegarlo chiaramente ai cittadini, magari rispondendo a qualche semplice domanda. Perché invece di regolamentare e monitorare gli accessi, così come prevede l’Ordinanza balneare firmata dalla Sindaca Raggi, si è scelto consapevolmente di chiudere proprio quei varchi pubblici calpestando gli unici due simboli testimoni della riconquista del diritto dei cittadini di accedere liberamente e gratuitamente al mare e alle spiagge?
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L’ordinanza sulle spiagge
Va ricordato che L’Ordinanza Stagionale 107 del 28 maggio 2020 permette ai cittadini di raggiungere la battigia al fine di passeggiare e fare il bagno, anche utilizzando gli ingressi degli Stabilimenti Balneari, senza ovviamente dover pagare gabelle varie. L’Ordinanza però, essendo praticamente un autentico “guazzabuglio”, è soggetta alla libera interpretazione dei Concessionari che, come tutti possono ben immaginare, nella quasi totalità dei casi impediscono ai cittadini l’accesso per il raggiungimento della battigia e cioè la famosa fascia di 5 metri di arenile antistante la concessione.
L’Amministrazione dovrebbe anche spiegarci che c’è di logico nel chiudere “per covid” i varchi al Pontile mentre vengono lasciati aperti altri varchi, lontani dal cuore di Ostia Lido, addirittura privi di regolamentazione e monitoraggio. E’ del tutto evidente che quei due varchi al Pontile davano molto, tanto, fastidio a qualcuno. Probabilmente la relazione da cercare è quella fra il M5S e gli “stabilimentari” visto che quei due punti di accesso libero e gratuito al mare e alle spiagge, presenti nel centro di Ostia, sono da sempre invisi a chi vorrebbe fare dell’arenile una proprietà privata. Probabilmente i troppi incontri in presenza con le delegazioni dei balneari hanno prodotto il “cambiamento” di punto di vista dell’Amministrazione.
“Giù il lungomuro? Tutt’altro”
Chi ha vinto le elezioni urlando “giù il lungomuro”, fino ad oggi non ha scalfito nemmeno un pezzetto di intonaco. Tutt’altro, l’unica cosa che hanno saputo abbattere sono quei due simboli presenti sul Pontile: i varchi pubblici. Nemmeno la spiegazione delle ingenti risorse da impegnare per monitorare e regolamentare gli accessi è una motivazione che regge, che giustifica la scelta di “tombare” i diritti dei cittadini. Primo perché la Regione Lazio, proprio per garantire ai cittadini la possibilità di andare in sicurezza in spiaggia, ha destinato al Comune di Roma moltissime risorse di cui, fra l’altro, vorremmo conoscere l’impiego.
Secondo perché il Comune di Roma sta investendo moltissime risorse negli “stabilimenti urbani”, un nome che è tutto un programma, cioè delle strutture che fanno il verso agli stabilimenti balneari tradizionali ma che sono realizzate nel cuore di Roma, praticamente si replica il modello Tiberis, la spiaggia artificiale a Ponte Marconi. Peccato che Roma ha il mare, quello vero, e le spiagge, quelle naturali, ma a questa Amministrazione evidentemente non interessa.
Così in una nota Marco Possanzini, Segretario Sinistra Italiana X Municipio