La versatilità di un materiale come la plastica fa sì che spesso la sua produzione sia fuori controllo. È solo da qualche anno, infatti, che è maturata una coscienza a livello istituzionale e internazionale a proposito del livello di inquinamento che deriva dalla produzione e dall’uso della plastica: il pianeta ne sta risentendo. Così, sono state avviate politiche ecologiche che riguardano da un lato la riduzione degli imballi e la promozione della fornitura di prodotti alla spina, e dall’altro lato la promozione di articoli alternativi e duraturi: insomma, addio – per quanto possibile – alla plastica usa e getta a favore di prodotti che possano essere riutilizzati. L’esempio più classico è quello delle bottiglie di plastica, rimpiazzate dalle borracce e dalle bottiglie di vetro.
Il Patto europeo sulla plastica
Anche l’Italia, per esempio, da due anni aderisce allo European Plastic Pact, vale a dire il Patto europeo sulla plastica, che si pone l’obiettivo di favorire, promuovere e rendere più rapidi il riciclo e il riuso, sulla base di soluzioni innovative che consentano una transizione più veloce in direzione dell’economia circolare. Gli ambiti più importanti hanno a che fare con un utilizzo responsabile della plastica, l’impiego di plastica riciclata e la realizzazione circolare di imballaggi e prodotti in plastica. Il Patto è stato inaugurato dalla Francia e dai Paesi Bassi nel 2019, e prevede tra l’altro di investire nelle infrastrutture destinate alla raccolta dei rifiuti e al riciclo, con l’intento di sensibilizzare i cittadini e di mettere in atto politiche fiscali ad hoc. In Italia, poi, il Ministero dell’Ambiente ha proposto una campagna plastic free, ed è stata studiata la cosiddetta legge Salvamare, con l’intento di liberare i mari dai residui di plastica. Tante, dunque, le iniziative che mirano a contrastare gli imballaggi in plastica e la plastica usa e getta, come ha dimostrato la presenza di fondi specifici destinati alle macchinette mangiaplastica nel DL clima.
L’Italia e la plastica
L’Italia è uno dei Paesi responsabili della maggiore dispersione di materiali e rifiuti plastici nel mar Mediterraneo: peggio di noi fanno solo la Spagna e la Turchia. Mentre San Marino, nel suo piccolo, potrebbe avvicinarsi a diventare il primo stato plastic free. Il nostro Paese consuma ogni anno più di 2 miliardi di chili di imballaggi di plastica, e ogni giorno disperde nel mare 90 mila chili di plastica; 32 milioni di bottiglie di plastica vengono consumate quotidianamente. Solo il 41% della plastica usata dagli italiani per gli imballaggi viene riciclata; l’aspetto più preoccupante è che l’obiettivo di riciclo fissato dalla normativa ambientale è solo del 26%.
Il ruolo della marcatura
Attraverso la marcatura si ha la possibilità di contrassegnare tutti i pezzi che vengono prodotti. Questa procedura viene utilizzata in molti ambiti – per esempio per gli oggetti realizzati in metalli preziosi – e anche per i manufatti in plastica. I vantaggi che derivano da questa soluzione sono molteplici: da un lato la marcatura della plastica e dei materiali polimerici permette di sapere quando è stato creato il pezzo e di risalire al produttore; dall’altro lato essa consente di quantificare da un punto di vista numerico la produzione. Ciò permette di conoscere quanta plastica viene introdotta sul mercato tutti i giorni.
Come viene effettuata la marcatura della plastica
Aziende come Automator International effettuano la marcatura della plastica e dei polimeri utilizzando principalmente la marcatura laser, una tecnica che consente di poter contare su lavorazioni rapide e ad alto contrasto sulla maggior parte dei materiali che sono oggetto di lavorazione. Si può scegliere tra i laser a fibra tradizionali e quelli in versioni MOPA, mentre con i materiali polimerici è meno comune il ricorso al laser CO2 e a quello UV, anche se in entrambi i casi le prestazioni garantite sono comunque ottimali.
Ma a che cosa serve la marcatura della plastica? Sono numerosi i prodotti che sono dotati di parti in plastica per le quali è necessario un marchio identificativo. La marcatura è molto più efficace rispetto alla semplice apposizione delle etichette, in quanto è più affidabile: le etichette con il passare del tempo si possono sporcare o addirittura diventare illeggibili, magari perché si bagnano. Più semplicemente, potrebbe succedere che le superfici dei manufatti non permettano la perfetta adesione delle etichette.
Le caratteristiche della marcatura della plastica con l’inchiostro
La marcatura permanente, oltre che con il laser, può essere effettuata anche a getto di inchiostro: un inchiostro inodore, e che è in grado di resistere con facilità alla luce. I benefici offerti da questo tipo di soluzione sono molteplici: in primis la velocità di asciugatura dell’inchiostro, ma anche la sua capacità di resistere in maniera ottimale sia allo sfregamento che all’acqua. Rispetto al laser, però, l’inchiostro può avere costi operativi più alti, pro