Non c’è pace per Castel Romano, costretta a vivere con le fiamme onnipresenti all’interno del campo nomadi locale.
Dopo l’incendio di stanotte che i Vigili del Fuoco sono riusciti a domare con non poche difficoltà, di nuovo nella mattinata di oggi i pompieri hanno dovuto effettuare un intervento all’interno della favelas di questa frazione dell’area Metropolitana di Roma.
I rom questa volta hanno dato alle fiamme una grandissima discarica abusiva, dove molto probabilmente erano depositati svariati materiale che avrebbero poi rivenduto ai vari “mercati delle pulci” presenti sul Litorale Romano.
I Vigili del Fuoco hanno riscontrato – dopo lo spegnimento del rogo – come i materiali dati alle fiamme fossero soprattutto decine di valige, effetti personali interni alle borse, libri e tantissime varietà di vestiti.
Materiali probabilmente presi dai nomadi attraverso delle rapine, come fa intuire la presenza di svariati trolley nella montagna di rifiuti spenta questa mattina dai Vigili del Fuoco di Pomezia.
Anche in questo caso sono state altissime le fiamme e i fumi neri provenienti dal gigantesco rogo, con i gas e le polveri sottili puntualmente inalate dai residenti locali.
In questa zona del IX Municipio ormai non c’è pace ai continui incendi, con il campo nomadi che ogni ora vede al suo interno fiamme e costringe le autorità locali a intervenire per evitare disastri ambientali di catastrofiche dimensioni.
Una situazione drammatica e da incubo per la cittadinanza locale, che oltre i danni ambientali deve calcolare pure le ipotetiche problematiche sanitarie che potrebbero scaturire da una simile – quanto orrida – quotidianità. La paura che l’inalazione delle polveri sottili possa trasformarsi in futuro nel cancro è altissima, facendo porre qualche riflessione sulla mancanza di sgomberi coatti verso il campo nomadi nonostante le dimensioni immani del problema.
Tra violenza e furti messi in atto da nomadi nella zona locale (e non), le fiamme quotidiane provenienti dal campo sono la “goccia che fa traboccare il vaso” nella pazienza della cittadinanza.