Toccato dal gravissimo degrado anche il territorio di Casal Palocco, che da diversi giorni vede la totale assenza del passaggio di AMA per la raccolta differenziata nell’area dell’Isola 27.
In uno dei quartieri residenziali più “in” del X Municipio di Roma Capitale, oggi sembra invece di trovarci in qualche territorio del Terzo Mondo tra valanghe di rifiuti e la puzza nauseabonda proveniente da questi scarti.
Caldo e assenza totale di AMA sono una combinazione micidiale per mettere in ginocchio questa parte di entroterra del Litorale Romano, che ormai si ritrova le proprie passerelle pedonali addirittura ostruite dalla quantità surreale d’immondizia. Lo scenario è raccapricciante, poichè ai cittadini vengono esposte immagini degne del peggior film horror in uno dei quartieri più lussuosi di Roma e dello stesso Municipio lidense.
Chi si affaccia sull’Isola 27 oggi trova cestelli della raccolta differenziata totalmente incolti e strabordanti di rifiuti, con la spazzatura che viene vomitata a terra e in quantità tali da ostruire un intero passaggio pedonale.
Una scena scabrosa quella che arriva agli occhi dei cittadini di Casal Palocco, in uno scenario dove AMA è latitante e sopratutto i cittadini versano fior di tasse sulla spazzatura per non vedere al contrario nessun servizio reso verso i vari quartieri di Roma e dello stesso X Municipio.
Va detto come la situazione è analoga anche nelle altre zone dell’entroterra lidense, soprattutto lì dove – da sempre oltretutto – la raccolta differenziata sta dando dei profondi disagi per il mancato rispetto della calendarizzazione dei ritiri da parte della stessa municipalizzata romana.
Rifiuti capaci di rimanere intonsi anche 10/15 giorni, trasformando arterie urbane fondamentali della circolazione locale in autentiche discariche. Una realtà che oggi sta toccando quartieri come Casal Bernocchi, Stagni, Bagnoletto, Dragona, Acilia, San Giorgio di Acilia, Axa e per l’appunto Casal Palocco.
Questioni dove servono interventi, soprattutto per evitare l’affiorare di ulteriori problemi sanitari – oltre il Coronavirus – con la presenza di calure e quintali di rifiuti.
Foto: S. Albertini