Sibora Gagani, un’altra vittima di femminicidio. La donna, uccisa dall’ex, è stata nascosta per 9 anni nell’appartamento dove viveva.
“In assenza di te”, le parole di questo noto (e a tratti iconico) brano di Laura Pausini al passaggio del feretro chiudono un cerchio fin troppo amaro per la comunità di Nettuno e non solo. A farne le spese la giovane Sibora Gagani, uccisa dall’ex compagno e tenuta nascosta per 9 anni, una storia di sospesi e cronaca. La consapevolezza – da parte dei familiari – che ci sarebbe stato ancora molto da dire.
Quel che più conta, ai fini dell’inchiesta, è che l’ex compagno è stato assicurato alla Giustizia. Proprio lui a giugno scorso finisce nel mirino delle autorità, con la stessa accusa: aveva ucciso un’altra donna. Nel mentre, messo sotto torchio, confessa anche la sorte – fin troppo prevedibile per gli amici più cari – di Sibora Gagani che è stata tenuta per quasi una decade all’interno di un’intercapedine nella casa dove viveva.
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Nella cerimonia funebre, celebrata da Padre Pasquale Gravante, ricorre spesso il concetto di liberazione. È come se Sibona avesse vissuto un doppio castigo: quello di essere uccisa prima e nascosta poi. Ora che l’esecutore materiale dell’efferatezza è assicurato alla Giustizia, nelle coscienze della famiglia e della comunità resta solo un gran senso di vuoto.
L’Amministrazione di Nettuno, per lenire (ammesso che sia possibile) le sofferenze dei parenti, ha affrontato le spese per il rimpatrio della salma e l’organizzazione del funerale. Questa tragedia familiare è chiusa, ma resta aperta un’unica – grande – questione: quella sui femminicidi. In un periodo in cui sembrano essere stati fatti ulteriori passi indietro, con un futuro pieno di dubbi e incertezza.