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Usare olio di CBD come conservante alimentare sicuro e naturale

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olio di CBD puro

Quando si tratta di beni di consumo confezionati, soprattutto quelli a base d’ingredienti naturali, preservare freschezza e qualità è una priorità. Sfortunatamente, molti degli additivi presenti sul mercato sono nocivi (tossici e cancerogeni) e, pertanto, esiste la pressante necessità di trovare alternative più sicure.

Ricercatori dell’University of South Florida si sono rivolti al cannabidiolo come possibile soluzione. Secondo lo studio, pubblicato sul Postharvest Biology and Technology Journal, l’olio di CBD può essere adoperato come conservante naturale per estendere i tempi di conservazione del cibo inibendo il lievito, la formazione di muffe e la carica microbica.

Quindi di cosa si tratta e, soprattutto, è un’opzione non solo fattibile, ma anche economicamente vantaggiosa? 

Benefici medici dell’applicazione di olio di CBD

Il CBD è stato ampiamente pubblicizzato come uno dei trattamenti efficaci per differenti patologie, ma l’unico disturbo che ha ricevuto l’appoggio governativo per il trattamento al cannabidiolo è l’epilessia. In numerosi studi, CBD è stato capace di ridurre il numero e l’intensità degli attacchi epilettici e, in molti casi, di fermarli del tutto.

Lo scorso anno, il farmaco Epidiolex è stato rimosso dalla lista delle sostanze controllate, divenendo l’unico trattamento a base di CBD approvato da FDA. Epidiolex, prescrivibile in USA, Giappone e in 30 stati europei, è utilizzato per trattare due forme molto rare e debilitanti di epilessia infantile che non rispondono ai tradizionali farmaci anti-epilettici, la sindrome di Dravet e quella di Lennox-Gestaut.

In aggiunta, un numero sufficiente di ricerche indica che CBD può essere utilizzato per frenare infiammazioni croniche e dolori neuropatici. Le prime sono state anche identificate come la causa principale di molti disturbi quali malattie cardiache, diabete, cancro, artrite e malattie intestinali. CBD è anche altamente efficace nella cura di disturbi mentali e del sonno e ha mostrato risultati promettenti come terapia per PTSD, ansia e depressione.

Altri usi potenziali, ma meno studiati, includono patologie della pelle, disturbi digestivi, trattamento delle tossicodipendenze, terapie oncologiche e patologie neurodegenerative. A causa degli ostacoli legali, i ricercatori hanno difficoltà a condurre studi su vasta scala in merito alle reali possibilità di applicazione di questo e altri composti a base di cannabis.

Olio di CBD come conservante naturale

La qualità del cibo è una questione delicata. Da una parte vi è chi vuole lucrare dal commercio dei prodotti, utilizzando conservanti, dall’altra un numero crescente di consumatori coscienziosi interessati ad alternative salutari.

Estese ricerche hanno dimostrato che la consumazione prolungata di conservanti artificiali può causare seri disturbi come ipersensibilità, allergie, asma, iperattività, danni neurologici e cancro. Inoltre, indebolendo i tessuti cardiaci, diventano particolarmente pericolosi per anziani e individui fragili.

Utilizzare olio di CBD come conservante alimentare aiuterebbe a estendere la durata di vita del prodotto attraverso un composto naturale e salutare. Uno studio recente, pubblicato a marzo 2021, ha osservato gli effetti dell’utilizzo di olio di CBD sulle fragole.
Lo studio prevedeva l’applicazione dell’olio sulla superficie delle fragole dopo il raccolto e la conservazione per otto giorni a 1-10 gradi Celsius. Le fragole vaporizzate con CBD avevano un aspetto estetico migliore e una minore carica microbica rispetto a quelle non trattate.

CBD e resistenza agli antibiotici

Anche se gli antibiotici rappresentano uno dei più grandi progressi medici di sempre, i batteri hanno iniziato a sviluppare un’immunità che sta portando a più alti costi medici, prolungate degenze ospedaliere e aumentata mortalità.

Uno studio del Centre for Superbug Solutions (University of Queensland) ha mostrato che CBD era capace di uccidere tutti i ceppi di batteri ai quali era esposto, inclusi alcuni molto resistenti agli antibiotici convenzionali. Persino dopo 20 giorni, i batteri non sviluppavano resistenza. Con molti altri antibiotici, la resistenza iniziava in meno di tre settimane.

In altri studi, come questo del 2008, i ricercatori hanno trattato con successo MRSA con una combinazione dei 5 maggiori cannabinoidi: Cannabidiol (CBD), Cannabichromene (CBC), Cannabigerol (CBG), Cannabinol (CBN) e Tetrahydrocannabinol (THC).

Conclusioni

La scoperta, per quanto interessante e promettente, presenta limitazioni e incognite. Anche i ricercatori che hanno condotto gli studi summenzionati hanno sottolineato che ancora “ci sono molte incertezze sull’uso di CBD come conservante alimentare e sulla scienza e i benefici dietro all’utilizzo di CBD nelle formulazioni alimentari.”

Ciononostante, questa rimane un’importante scoperta che, considerato il vantaggio economico, potrebbe avere conseguenze di rilievo sull’industria alimentare.



 
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