Quando pensiamo alla cucina di Roma, sono i primi piatti a catturare i nostri sensi: amatriciana, carbonara, gricia, rigatoni con la pajata. Ma i dolci romani non hanno nulla da invidiare ai grandi classici della cucina della Capitale. Frappe romane, ciambelle al vino dei Castelli Romani, maritozzi, crostata con le visciole: l’elenco è lungo e ben fornito.
Come succede per tutte le ricette della tradizione italiana, per ogni dolce tipico romano ci sono mille e più versioni differenti. Ingredienti e dosi cambiano in base ai quartieri e spesso ogni famiglia è convinta di avere in custodia il segreto della vera e unica ricetta originale. L’Italia è bella anche per questo! Scopriamo insieme 5 dolci tipici romani da conoscere, gustare e amare per l’eternità.
I dolci romani
Li abbiamo già citati, i dolci tipici romani sono senza dubbio i maritozzi con la panna. Andare a Roma e non mangiare il maritozzo è come dimenticarsi di ammirare la Fontana di Trevi o il Colosseo.
Maritozzo con la panna, tipico romano
È così godurioso che è addirittura stato istituito un giorno per celebrarlo. Esatto, esiste il Maritozzo Day ed è il 7 dicembre. Questa opera capitolina chiude al suo interno un tripudio di consistenza e sapori. L’impasto per il maritozzo richiede lunghe ore di preparazione e lievitazione, ma negli ultimi anni è tornato in voga e tutti lo cercano, tutti lo vogliono. I grandi chef della capitale si sono anche cimentati in varianti salate di questa dolce istituzione e, bisogna ammetterlo, hanno ottenuto ottimi risultati.
Ciambelle al vino dei Castelli Romani
Farina, olio, zucchero e vino: sono questi gli ingredienti delle ciambelle al vino bianco dei Castelli Romani. Poche cose, quelle che si avevano in casa, sono in grado di dare vita a ricette semplici che possono durare per sempre. Queste piccole ciambelle secche sono uno dei dolci tipici di Roma soprattutto della zona di Frascati dove non mancheranno mai alla fine di una cena in una delle tante suggestive osterie.
Frappe romane, dolce di Roma
Chiamatele chiacchiere, bugie o frappe ma non dimenticate mai, se siete a Roma, di elogiare questa ricetta che, a detta dei romani, ha le sue origini nella Città Eterna. Rigorosamente fritte in olio bollente, le frappe romane sono croccanti e fragranti. Le troverete principalmente del periodo del Carnevale, ma solitamente non mancano nelle pasticcerie romane da gennaio a marzo.
Ricotta di pecora e gelato
Uno degli ingredienti amati dai romani è la ricotta di pecora che, in alcune trattorie, viene ancora servita con zucchero, liquore, riccioli di cioccolato e scorzette di limone. Sempre grazie alla ricotta di pecora vengono oggi preparati ottimi gelati contemporanei dalla cremosità e dalla texture uniche.
Grattachecca
Sempre andando a scavare nei vecchi quaderni di ricette troviamo la grattachecca, cugina della granita. La grattachecca prende il nome dal gesto della sua preparazione che consisteva nel grattare il ghiaccio aromatizzato con sciroppi di frutta per rinfrescarsi nelle calde giornate delle vacanze romane.
Panpepato
Il panpepato – o pampepato – è un dolce tipico del centro Italia. La ricetta originale è umbra, ma è stato adottato fin da subito anche dalla tradizione culinaria romana. Si tratta di un dolce ricco di storia, tant’è che la tradizione lo vede risalire al XV secolo. In merito alle origini del suo nome: il panpepato viene chiamato così perché ricco di spezie e di frutta secca che lo rendono particolarmente gustoso.
Pangiallo
Molto simile al panpepato è il pangiallo romano: un dolce tipico romano che di solito si prepara il giorno del Solstizio d’Inverno – il 21 di dicembre – come dolce di buon augurio, nella speranza che “torni presto a splendere il sole” (ecco il perché della sua crosta gialla, dorata come il sole). Nonostante la gran quantità di ingredienti utilizzati per la preparazione, il pangiallo è semplice e veloce da preparare. È inoltre buonissimo per tutti colore che adorano frutta secca… motivo per il quale non può certo mancare sulla tavola di Natale!
Bignè di San Giuseppe
A Roma per la Festa del Papà imprescindibili sono i bignè di San Giuseppe fritti, esattamente come vuole la ricetta tradizionale romana. Simili alle zeppole napoletane, anch’esse preparate per il 19 marzo, i bignè di San Giuseppe hanno però una forma tondeggiante e presentano una morbida crema pasticcera solo all’interno. La loro tradizione è molto antica: già nel medioevo, nei pressi della chiesa di San Giuseppe dei falegnami, era tradizione allestire dei piccoli banchetti che vendevano questi dolci.
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