Dopo le ultime notizie in merito alla guerra in Ucraina e, soprattutto, dopo le recenti minacce da parte di Putin, il quale non ha mancato di fare sfoggio del suo arsenale nucleare, ora non si parla d’altro. Ricordiamo, tra le altre cose, anche il il bombardamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia aspramente condannato anche dal nostro governo. Sputano fuori, così, tra le discussioni in rete, le compresse allo iodio contro le radiazioni. Ora che si riaffaccia anche lo spettro di Chernobyl. In molti cercano e discutono sul web su cosa fare in caso di incidente nucleare, dove si trovano i bunker in Italia e tra questi c’è anche chi sta valutando l’ipotesi di fare scorta di pillole di iodio in farmacia.
Di cosa si tratta?
Sono principalmente conosciute per il loro potenziale effetto protettivo contro le radiazioni. Si tratta, nello specifico, di compresse composte da ioduro di potassio, una sostanza in grado normalmente di essere accumulata nella tiroide. In Italia, vengono di consueto vendute sotto forma di integratori, acquistabili senza particolare prescrizione medica. Tuttavia, usufruirne troppo e senza regole, soprattutto in assenza di consulto medico, può portare delle importanti disfuzioni.
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Pillole allo iodio: funzionano?
Generalmente, in teoria, l’assunzione di queste compresse può innescare una saturazione della ghiandola del collo che impedirebbe all’isotopo radioattivo di depositarsi una volta entrato nell’organismo. Dunque, potrebbe prevenire lo sviluppo del cancro alla tiroide in caso di radiazioni. Tuttavia, l’Agenzia federale per il controllo nucleare, data l’enorme richiesta, soprattutto in Belgio, ha fatto presnte che l’attuale situazione in Ucraina non ne richiede l’uso. Inoltre, è stato sottolineato che le compresse di iodio non vanno assunte in maniera preventiva senza prescrizione o indicazione da parte delle autorità competenti.