Il passaggio alla digitalizzazione che da alcuni anni sta interessando moltissimi settori, non poteva non coinvolgere anche il mondo del ludos. Sono sempre di più gli appassionati di giochi virtuali e di attività ricreative e parasportive che si cimentano in sfide più complesse contro nuove tipologie di giocatori, ossia quelli intelligenti e artificiali.
La strada era già stata spianata con le aperture delle sale da gioco virtuali e con la creazione di app in cui sfidare agguerriti avversari, portali che emulano in tutto e per tutto i tavoli da gioco reali, ma a venire meno è, però, la componente visiva, ossia la possibilità di comprendere le mosse degli avversari attraverso l’analisi dei movimenti (sono tipici i tic nervosi e la poker face) e di capire se è in atto un bluff.
Strada che ha condotto fino all’ingresso dell’intelligenza artificiale nel mondo dei giochi da tavola come gli scacchi e il poker, giocati anche in diretta su Twitch, canale molto in voga per gli appassionati di live streaming. È così che i giocatori professionisti e quelli amatoriali si sono ritrovati a dover sfidare le IA e cimentarsi in questo nuovo modo assolutamente tecnologico di intendere il gioco.
Anche perché molti eSports sono sì il frutto di abilità e strategie umane unite alla fortuna e alla casualità, ma sono anche basati su calcoli e probabilità numericamente quantificabili. E di questo le IA ne sono profondamente attratte.
Il gioco intelligente
L’ingresso dell’intelligenza artificiale nel ludos, pertanto, offre la possibilità di fornire agli utenti servizi sempre più avanzati, grazie all’implementazione di software capaci di elaborare notevoli calcoli e combinarli in ogni contesto che si può presentare, ad esempio, nelle strategie di gioco del poker (in cui potersi cimentare su portali come https://www.sportaza.eu/).
Le IA si basano su un modello di gioco che va oltre le capacità umane dei giocatori, per giungere al calcolo delle combinazioni e delle possibili conseguenze che possono verificarsi durante una partita. Ma, per calcolare tutto con esattezza, serve necessariamente combattere ad armi pari: non più giocatore contro computer ma computer contro computer, IA contro IA.
In questo modo, il confronto fra intelligenze ha permesso di conoscere e affinare le strategie più vantaggiose, quelle che consentivano di trarre maggior profitto per la vittoria della partita. E le IA non si sono tirate indietro, sebbene esistano modalità di gioco, come quella che prevede il poker, per le quali non è consentito né ai giocatori né alle IA di conoscere le carte in mano all’avversario, dunque non è possibile raccogliere tutte le informazioni utili per elaborare una strategia vincente. Anche i computer, quindi, hanno un campo di azione limitata e devono interpretare le giocate degli avversari.
Ma, per avere campo libero all’interno dei giochi, all’intelligenza artificiale servivano alleati, e così sono stati elaborati dei programmi per riuscire ad approssimare le soluzioni per le versioni dei giochi più complesse. Si tratta dei solver, i cosiddetti risolutori, che consentono ai giocatori professionisti di migliorare e ottimizzare le proprie performance, dandogli la possibilità di rivedere le partite giocate.
I risolutori sono strumenti che hanno permesso a giocatori di medio livello di migliorare velocemente e raggiungere alti livelli, imparando a compiere la scelta di gioco migliore, quella che offre le maggiori probabilità di riuscita, suggerendo anche le puntate e l’eventualità di bluffare.
Ma attenzione: i giocatori non possono consultare i solver durante una partita, ma li utilizzano solo come validissimo strumento di allenamento. Mentre giocano, devono immedesimarsi nelle mosse che attuerebbe un solver, in base all’esperienza fatta con l’utilizzo del programma.
Questi software hanno dalla loro parte una caratteristica molto importante: non sono emotivi come le persone reali, dunque non rischiano di farsi prendere dall’emotività, dalla preoccupazione di una perdita, dall’insicurezza o dalla troppa esaltazione per alcune mani giocate bene.
Di contro, il fatto di essere così analitici si è rivelato un po’ dannoso per la carica emotiva che caratterizza i giochi: se prima i giocatori applicavano una dose di creatività, con l’introduzione dei solver si utilizza solo la memoria per mettere in pratica le tecniche apprese.