Molte persone hanno l’abitudine di lasciare il caricabatterie del proprio smartphone attaccato alla presa elettrica anche dopo che il dispositivo ha completato la carica. Questa pratica comune, motivata dalla comodità o dalla dimenticanza, può però avere conseguenze non da poco.
Scopriamo quanto effettivamente consuma un caricatore collegato alla presa elettrica e quali sono i rischi connessi a questa abitudine.
Quanto consuma un caricabatterie collegato alla presa
Sì, i caricatore, sia per cellulari, tablet, PC o altri dispositivi, continuano a consumare energia anche quando sono scollegati dal dispositivo elettronico. Questo consumo avviene a causa del piccolo trasformatore presente all’interno del caricatore, il quale richiede sempre piccole quantità di energia.
Uno studio ha stimato che un caricabatterie senza telefono collegato consuma in media 0,25 watt. Tuttavia, quando il dispositivo è collegato, il consumo sale a 3,68 watt, riducendosi poi a 2,24 watt quando il telefono è completamente carico. Sebbene si tratti di un consumo apparentemente esiguo, considerando il numero di dispositivi elettronici in una famiglia, come cellulari, tablet, PC, rasoi e spazzolini elettrici, l’aumento della bolletta può risultare significativo. Se tutti disconnettessimo i caricatori dalla presa quando non vengono utilizzati, si potrebbero risparmiare circa 40 euro all’anno, una somma che potrebbe risultare utile in tempi di rincari.
Sul mercato esistono diverse tipologie di caricatore, tra cui quelli con cavo e quelli wireless, con potenze variabili. In genere, i caricatori standard per i telefoni hanno una potenza di 5 watt (W), ma stanno diventando sempre più comuni i cosiddetti “fast charger,” che arrivano a 20 W. Inoltre, ci sono i caricatori da auto, che permettono di ricaricare rapidamente la batteria del proprio smartphone anche in viaggio.
I caricatori wireless collegati alla presa senza il telefono collegato consumano in media 0,8 Wh, mentre quelli a filo consumano solo 0,02 Wh.
Perché non bisogna lasciare il caricatore sempre attaccato alla presa
Oltre allo spreco di energia, che si può notare anche dal leggero calore emesso dal caricatore, c’è il rischio che il dispositivo si surriscaldi, danneggiando i suoi componenti e compromettendo la sua funzionalità. Quando il caricatore è collegato costantemente alla presa, può rallentare la ricarica del telefono e potrebbe richiedere una sostituzione anticipata.
Le batterie moderne dei dispositivi più comuni si ricaricano in circa 2-3 ore, e quelle al litio preferiscono ricariche più frequenti ma brevi. Pertanto, una volta raggiunta la carica completa (100%), è consigliabile rimuovere il caricabatterie dalla presa elettrica. Per evitare di dimenticare il caricatore collegato, una soluzione pratica potrebbe essere l’acquisto di una ciabatta con un interruttore on-off, che consente di interrompere facilmente l’alimentazione, lasciando comunque il caricatore collegato. In alternativa, ci sono interruttori con timer che permettono di programmare la ricarica per un tempo limitato.
Lasciare il caricatore costantemente attaccato alla presa elettrica può sembrare un’abitudine banale, ma ha un impatto sia sull’ambiente, a causa dello spreco di energia, che sulla bolletta. Un piccolo gesto come scollegare i caricatori quando non vengono utilizzati può portare a un significativo risparmio annuale. Inoltre, questo comportamento contribuisce a preservare la funzionalità dei dispositivi e a prolungarne la durata, evitando costose sostituzioni.
In un’epoca in cui la tecnologia è sempre più presente nella nostra vita, essere consapevoli dei consumi energetici e delle pratiche corrette può fare la differenza per un futuro più sostenibile e per il nostro portafoglio.