Gaslighting, ovvero una manipolazione psicologica. È questa la parola più cercata dalle persone nel 2022, secondo il dizionario Merriam-Webster, che ha eletto tale parola come la Parola dell’Anno. Il termine indica una subdola manipolazione ai danni di una vittima, che può arrivare a dubitare anche della propria sanità mentale. Dinamica che si ritrova specialmente in relazioni abusanti dove uno dei due partner esercita una o più forme di violenza, da quella psicologica a quella fisica, sull’altra.
Cosa è il “gaslighting”?
Davanti a una parola che ha un simile significato potrebbe sorgere il dubbio su come possa essere la parola più cercata dell’anno. Ebbene non si possono conoscere le ragioni dietro a ogni ricerca, è vero però che in questi anni si sono moltiplicate le campagne di informazioni da parte delle attiviste sulle diverse forme che può assumere la violenza di genere, tra cui rientra anche il gaslighting, forma di abuso psicologico che può essere perpetrato non solo dal partner ma anche da altre persone.
Data la delicatezza dell’argomento è bene conoscere come sia nata tale parola, come si manifesti questa forma violenza e soprattutto come riconoscerla. Ecco tutto quello che c’è da sapere. Il termine gaslighting affonda le sue origini nell’inquietante storia narrata all’interno dell’opera teatrale del 1938 Gas Light di Patrick Hamilton, da cui è stato tratta la famosa pellicola del 1944 Gaslight (conosciuta in Italia come Angoscia) diretta da George Cukor con protagonista Ingrid Bergman, la quale ha vinto l’Oscar per migliore attrice per la sua brillante interpretazione.
Gas Light racconta di un marito manipolatore che per diversi motivi cerca di far credere alla moglie di essere impazzita, alterando piccoli particolari della loro vita domestica, tra cui anche l’intensità delle luci delle lampade a gas (da qui il titolo dell’opera inglese gas light). Il Gaslighting è quindi una manipolazione psicologica che può condurre la vittima a mettere in dubbio la validità dei propri pensieri, la propria percezione della realtà o dei ricordi, causando nella persona abusata perdita di sicurezza e autostima fino a diventare completamente dipendente in tutto e per tutto dall’abuser, o meglio dal gaslighter.