Sono ormai diversi giorni che l’uomo più ricco del mondo e il Ceo di Meta si sfidano sui social. Un dissing partito il 21 giugno da una delle solite battute di Musk che, dopo aver criticato Zuckeberg rispetto al suo annuncio di voler realizzare un nuovo social con funzioni simili a Twitter, ha raccolto la provocazione di un utente. “Stai attento, Zuck da tempo pratica il Jiu-Jiitsu”, è stato apostrofato. E il patron di Twitter non ci ha pensato due volte: “Sono pronto per la gabbia, se lui ci sta”. Ma se Musk ci ha abituato a certe uscite ciò che ha sorpreso è stata la risposta di Zuckeberg, che gestisce i suoi profili in maniera assai più pacata: “Inviami la posizione” ha detto in una storia su Instagram spiazzando tutti.
Elon Musk, via libera agli esperimenti cervello umano-pc
Musk: “Io e Zuck combatteremo al Colosseo”
E così questi annunci hanno cominciato a coinvolgere centinaia di migliaia di utenti, un traffico social di portata pazzesca. Pare che i due si stiano allenando, con i genitori di Musk che si dicono preoccupati. Gli scommettitori non si sono lasciati sfuggire l’occasione e hanno cominciato a organizzarsi. Poi un’altra bomba: Elon Musk, proprio questa mattina, ha dichiarato su Twitter che la tanto agognata sfida potrebbe svolgersi a Roma presso il Colosseo. “Ci sono possibilità che il combattimento avvenga al Colosseo. Ho bisogno di lavorare sulla mia resistenza”, ha scritto alle 6.25 di stamane. Poi già il primo indizio della farsa: a corredare il tweet una famosa scena di Monty Python of Brian in cui il protagonista fugge da un combattimento presso il Colosseo di Gerusalemme. Un combattimento che però si aggiudica per sfinimento, in quanto il suo avversario, nel tentativo di agguantarlo, crolla a terra spossato.
Una bufala che ha coinvolto anche il Ministero della Cultura
A gonfiare il gigantesco equivoco ci si è messo anche un magazine americano. TMZ ieri ha pubblicato un articolo dove si dice che un funzionario del Ministero della Cultura avrebbe contattato Mark Zuckeberg per offrirgli la possibilità di combattere con il suo avversario. Ma la cosa ha cominciato a puzzare forte di trovata pubblicitaria, una tecnica di guerrilla marketing, sullo stile Luther Blisset. E i due Ceo non sono esattamente degli stupidi da non sapere di cosa si tratta. Poi un viaggio a Roma il 15 giugno scorso di Musk che ha visitato proprio il Colosseo e in quella occasione incontrò Antonio Tajani e Giorgia Meloni. Altra benzina sul fuoco per i curiosi.
La smentita del Ministero
A metterci definitivamente una pietra sopra è stato David Puente, fact checker di Open. Il giornalista ha contattato il capo ufficio stampa del Ministero della Cultura, Andrea Petrella, che ha smentito la notizia: “Non c’è stato nessun contatto tra il Ministero della Cultura e il Ceo di Meta”. Insomma, la versione del dissing a scopo pubblicitario sembra ormai la tesi più accreditata rispetto alla vicenda.