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Cosa significa fare un intervento di bonifica del terreno?

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bonifica terreno

Ciò che non si vede può avere spesso conseguenze più devastanti di quello che si presenta agli occhi. Osservando la superficie di alcuni terreni per esempio, niente lascerebbe intendere che si tratti di siti contaminati, eppure nel sottosuolo le falde acquifere e gli altri elementi naturali che li compongono, magari già da anni, sono intaccati da inquinanti che lentamente stanno compromettendo quell’ecosistema specifico. Le conseguenze a livello ambientale e per la salute umana di chi vive nelle immediate vicinanze risultano incalcolabili, a meno che non si decida di intervenire con la bonifica dell’area. Un’azione strategicamente essenziale per il territorio, con la quale oltre a scongiurare le ripercussioni appena elencate, si potrebbero recuperare le aree compromesse per svolgervi nuove attività o ripristinare l’antica funzione ricoperta dal terreno, magari un tempo adibito all’agricoltura.

Inquinamento del terreno: le cause

Prima di entrare nel vivo della bonifica però, gli operatori incaricati dovranno innanzitutto comprendere cosa ha provocato la contaminazione del terreno, partendo da un’analisi di rischio sanitario-ambientale che servirà, oltre a determinare le cause della contaminazione, a definirne il percorso di movimento e stabilire il livello di inquinamento del sito. A seguire, si individuerà il trattamento più adatto in base a quanto riscontrato. Non ci sarebbe neanche bisogno di dire che il principale responsabile dell’inquinamento del suolo è l’uomo: con le sue attività riversa infatti nel terreno sostanze dannose, soprattutto se si tratta di operazioni che coinvolgono materiale di scarto. Difatti sono previste delle procedure specifiche per la gestione dei rifiuti e dei processi industriali, ma quando queste non vengono rispettate per negligenze e superficialità a pagarne il prezzo è l’ambiente, che viene inquinato e quindi compromesso. Tra i composti più pericolosi per il terreno rientrano: solventi, vernici, fertilizzanti, pesticidi e diverse tipologie di scarti delle lavorazioni industriali.

Suolo inquinato: conseguenze ed elementi nocivi

Gli agenti inquinanti modificano la composizione chimica del suolo, variando il metabolismo di molti microrganismi che si trovano alla base della catena alimentare. La stessa acqua di falda viene bevuta o sfruttata dall’uomo, arrivando a essere introdotta in un modo o nell’altro nel suo corpo provocandogli danni tutt’altro che trascurabili. Un suolo inquinato significa automaticamente ingerire cibo inquinato. Naturalmente la gravità dipenderà in buona parte dal tipo di sostanza presente nel sottosuolo, dal suo grado di pericolosità e dalla quantità di contaminante presente.

Tra gli elementi nocivi che è possibile individuare in un suolo inquinato troviamo cadmio, piombo, mercurio, diossina e pesticidi pericolosi. Anche il rame, se impiegato intensivamente in agricoltura e inserito nei mangimi degli animali, può provocare danni all’ambiente. Il cadmio invece è un metallo altamente tossico presente nei fertilizzanti minerali a base di fosforo. Il trattamento dei terreni contaminati è funzionale all’eliminazione di tutte queste sostanze e molte altre ancora, attraverso il coinvolgimento di realtà specializzate nel farlo seguendo minuziosamente le normative vigenti.

Bonifica terreno: scopi e vantaggi

La ragione principale per cui una bonifica ambientale viene effettuata è rendere nuovamente accessibili le aree rese precedentemente inutilizzabili dalle sostanze nocive presenti nel suolo. La destinazione d’uso del sito può essere la stessa che aveva in precedenza, oppure cambiare in base alle nuove esigenze emerse. La decontaminazione apporta benefici anche nelle zone limitrofe al sito interessato, permettendo di renderle nuovamente sicure dal punto di vista igienico-sanitario per chi ci vive. Un vantaggio non da poco considerato che, specialmente in Italia, gli spazi disponibili e sfruttabili sono davvero pochi: così facendo si avrebbe il ripristino delle zone un tempo considerate inaccessibili, ed è anche per queste ragioni che la bonifica si rivela indispensabile. Ma come è possibile realizzarla? Oltre all’analisi preliminare di cui si è già parlato, chi interverrà disporre di impianti di bonifica ambientale idonei a compiere le operazioni previste, impiegando mezzi e strumenti appositamente pensati per eseguirle con tempestività e precisione, come gli impianti per soil washing. Le zone interessate da inquinamento possono persino essere ripristinate per uso agricolo. Secondo il rapporto Snpa (Sistema nazionale protezione ambiente) a fine 2019 i siti oggetto di bonifica in Italia erano 34.478, di cui 16.264 (47,7%) con un procedimento in corso e 17.862 che l’hanno portato a compimento. I procedimenti conclusi a livello nazionale invece risultavano essere 17.862. Nel 29% dei casi l’intervento di bonifica si è reso necessario per riportare le concentrazioni di materiali inquinanti al di sotto dei valori di soglia, in base al rischio accettabile fissato.

 
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