Lazio Ambiente dovrà essere il braccio operativo della Regione che “interviene nelle situazioni di crisi gestionale del servizio pubblico, al fine di garantire la continuità e la corretta funzionalità del servizio stesso”, come recita l’articolo 1 della PL n. 205. L’oggetto sociale di Lazio Ambiente Spa dovrà contenere, tra l’altro, la possibilità di “acquisire aziende o rami d’azienda e partecipazioni in società operanti nell’ambito del servizio di gestione integrata dei rifiuti” e, appunto, di procedere all’acquisizione del Consorzio Gaia, nel rispetto della normativa in materia, “stante la natura di creditore privilegiato vantata dalla Regione Lazio nei confronti del Consorzio stesso”, come si legge all’art. 2 della PL 2005. Il tutto “nel rispetto della normativa statale ed europea vigente, ed in particolare di quanto disciplinato in materia di aiuti di Stato”. Al conferimento iniziale di 120 mila euro per il capitale sociale, la PL 205 autorizza, in sede di aumento di capitale, la sottoscrizione da parte della Regione di azioni fino a 20 milioni di euro.
Presente alla riunione l’assessore alle Politiche dei rifiuti, Pietro Di Paolantonio, che ha dato parere contrario ad alcuni emendamenti presentati dalla minoranza finalizzati ad assicurare alla Regione un pacchetto non inferiore al 51 per cento del capitale sociale, durante l’intera vita della società, e a delimitare chiaramente il campo dei possibili nuovi soci, consentendo eventuali nuovi ingressi esclusivamente a Province, Comuni, enti e società a totale partecipazione pubblica.