“Con la proposta di legge – aveva illustrato Bernaudo all’inizio dell’iter in aula, protrattosi per più sedute – si intendono promuovere la crescita e le tecnologie di produzione energetica a minor impatto ambientale e più efficienti, per perseguire le finalità di sviluppo e una politica ambientale del ‘fare’ che punti sul progresso e sulla libera iniziativa economica, la quale non è detto che debba confliggere con il rispetto dell’ambiente. Le misure di semplificazione previste dalla legge per la promozione delle energie verdi vanno lette in combinato disposto con le ultime disposizioni dettate dal legislatore statale in materia di incentivi”.
Tra gli effetti della legge figura la definizione di soglie oltre le quali sorgerà l’obbligo per determinati progetti di esser sottoposti a verifica di assoggettabilità. “Questa modifica – ha detto il presidente della commissione Ambiente, Roberto Carlino (Udc) – permetterà una semplificazione amministrativa e un lavoro di controllo sui progetti e le attività economiche, consentendo gli approfondimenti su quelle che realmente possono incidere in maniera negativa sull’ambiente. Tutto ciò, in aggiunta, non graverà sul bilancio regionale. E’ stata mia personale premura, però, rendere più severi i limiti di applicazione di questa legge, facendo inserire i siti della Rete Natura 2000″.
Ha votato contro il relatore di minoranza, Rocco Berardo (Lista Bonino Pannella), il quale ha presentato numerosi emendamenti – tutti respinti – per introdurre dei vincoli a tutela di territorio, agricoltura e aree protette. “Con questa legge non abbiamo tolto burocrazia, ma abbiamo tolto norme per la salvaguardia dell’ambiente” ha dichiarato. Sempre di Berardo l’osservazione che con la legge Bernaudo vengono abrogate norme regionali su Via, Vas e Aia rinviando la disciplina alle norme nazionali. Aspetto questo sul quale il consigliere Francesco Storace (La Destra) – che ha poi votato a favore del provvedimento – ha chiesto chiarimenti all’assessore Marco Mattei. “La procedura semplificata – ha obiettato Bernaudo – non significa una piena deregulation”. A favore della legge si sono detti anche Antonio Paris (Gruppo Misto) e Carlino (Udc).
Si sono dichiarati contrari Daniela Valentini (Pd), preoccupata in particolare per l’abrogazione delle competenze regionali e Filberto Zaratti (Sel), che ha definito la legge inutile, se non dannosa: “Rispetto agli impianti a terra le procedure sono già sufficientemente semplificate, andrebbe incentivato l’uso domestico e il riutilizzo delle superfici già coperte”. Ivano Peduzzi (FdS) ha stigmatizzato le scelte fatte perché ritiene necessaria una programmazione energetica che nei 18 mesi di governo Polverini è stata ferma: “Abbiamo partorito un topolino non solo inutile, ma anche pericoloso”.
Il testo licenziato dalla commissione Ambiente prevedeva su proposta del consigliere Giuseppe Rossodivita (Lista Bonino Pannella) il trasferimento della competenza al rilascio dell’autorizzazione integrata alla Regione. Con un emendamento di Giunta l’aula ha restituito tale potere alle Province, riservandolo alla Regione solo per gli impianti legati al ciclo dei rifiuti.
La legge regionale approvata dispone l’aumento, relativamente a determinati impianti, delle soglie ad oggi previste, oltre le quali i relativi progetti sono sottoposti a verifica di assoggettabilità a Via. Le soglie sono state incrementate del 30% per gli impianti industriali non termici di produzione di energia, acqua calda e vapore con potenza superiore ad un megawatt. Crescono del 30% pure le soglie per gli elettrodotti aerei esterni con tensione superiore a 100 KW e con tracciato di lunghezza superiore a 3 chilometri. Gli incrementi, in entrambi i casi, non possono essere applicati ai progetti localizzati nei siti appartenenti alla rete Natura 2000.
Infine il testo estende la procedura abilitativa semplificata, prevista dal recente decreto sulle rinnovabili, agli impianti per la produzione di energia elettrica con una capacità di generazione fino ad un megawatt. E’ stata estesa, inoltre, la comunicazione relativa alle attività in edilizia libera ai progetti di impianti alimentati da fonti rinnovabili con potenza nominale fino a 50 KW. L’estensione è riconosciuta anche agli impianti fotovoltaici da realizzare sugli edifici nonché a quelli, sempre fotovoltaici, i cui moduli costituiscono elementi costruttivi di pergole, serre, barriere acustiche, tettoie e pensiline, precedentemente autorizzate. E’ fatta salva la disciplina in materia di risorse idriche e di valutazione di impatto ambientale. Le disposizioni sull’innalzamento delle soglie si applicheranno ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della legge.
*** REGIONE; ABBRUZZESE: LEGGE BERNAUDO SEMPLIFICA NORMATIVA SU RINNOVABILI ***
“La proposta di legge regionale 153, che stabilisce nuove norme in materia ambientale e di fonti rinnovabili, redatta e presentata dal consigliere Andrea Bernaudo, approvata oggi nell’aula del Consiglio regionale del Lazio, rappresenta un importante passo per la promozione e la crescita di tecnologie a minor impatto ambientale, con un occhio di riguardo alle politiche incentrate soprattutto al progresso e alla libera iniziativa economica. Una legge che affronta, nel migliore dei modi possibili, il delicatissimo argomento delle rinnovabili prodotte nella nostra regione.
Il provvedimento licenziato dall’Aula, disegna un concreto passaggio verso la semplificazione amministrativa di un settore strategico per l’economia del territorio, come quello della produzione di energie pulite, che potrà essere di beneficio a tutte le aziende che operano nel comparto.
Inoltre, grazie ad uno degli emendamenti approvati dall’Assemblea, si è riusciti a colmare un gap normativo nazionale e comunitario. In sintesi, alle aziende che realizzano impianti su serra, pergole e barriere acustiche o tettoie e pensiline, viene data la possibilità, grazie alla semplificare delle procedure, di poter installare impianti ma con un iter burocratico meno articolato.
Colgo l’occasione per esprimere un pauso al consigliere Bernaudo, al Consiglio e alla Commissione consiliare che, insieme, hanno lavorato per portare all’approvazione un provvedimento legislativo come questo, indispensabile per l’economia regionale”. Lo ha dichiarato, in una nota, Mario Abbruzzese, presidente del Consiglio regionale del Lazio.