Decreto siccità. L’allarme acqua è imminente, e in alcune regione si teme il peggio. Il Decreto siccità ipotizzato nelle ultime ore serve, dunque, per affrontare l’ennesima crisi di questo periodo, questa volta tutta interna al Paese.
Regioni pronte per lo stato di emergenza
Intanto, le Regioni sono pronte a chiedere lo stato d’emergenza e decretano quello di calamità. E le temperature continuano a salire: in tutta Italia ad oggi le temperature sono al di sopra della media. Domani ci sarà la Conferenza Stato-Regioni a cui parteciperà anche il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio.
Il nuovo decreto previsto per fine giugno
Nel nuovo decreto del Governo Draghi, voluto ieri anche da Matteo Salvini, un documento atteso per la fine di giugno, dovrebbero finire le prime misure per la riduzione degli sprechi. Parliamo, nello specifico, di un possibile razionamento dell’acqua che potrebbe portare anche a uno stop alla distribuzione durante la notte. Tra le altre plausibili ipotesi, anche la priorità ai bisogni primari con il divieto di riempire le piscine ad esempio.
L’allarme per agricoltura e industrie
La decisione finale, ad ogni modo, spetterà alle Regioni. Saranno queste a decidere con le ordinanze e in coordinamento con la protezione civile come affrontare l’emergenza nel dettaglio, date le linee guida del Decreto. Ovviamente, al momento, il problema principale riguarda l’agricoltura e le industrie. Per i civili, alcune normative sono già in vigore: in qualche Comune d’Italia, infatti, è già vietato irrigare i giardini o riempire le piscine. Lo stato di emergenza, spiegano le parti del Governo Draghi, con un certo margine di certezza verrà concesso.
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Il problema dell’acqua potabile
Purtroppo, però, il problema più grande è quello dell’approvvigionamento dell’acqua potabile. In Piemonte 145 comuni sono già in forte allerta, la maggior parte nel Novarese e nell’Ossolano. La Regione ha chiesto aiuto anche alla Val d’Aosta. Altri problemi nell’approvvigionamento si registrano anche nella Bergamasca e nell’Appennino parmense.
Così come nell’area del Delta del Po: la protezione civile ha effettuato una ricognizione sui potabilizzatori di Acque Venete e Romagna Acque che servono le utenze di circa 7-800mila persone.
La situazione nel Lazio
Nel Lazio, poi, il presidente della Regione Nicola Zingaretti definisce «grave» la situazione della provincia di Roma in questi ultimi giorni, annunciando simili provvedimenti per la giornata di mercoledì: consentirà, tra le altre cose, di adottare le prime misure e invitare i sindaci a contenere il consumo dell’acqua. Tutte le soluzioni però non saranno efficaci nel medio periodo, a quanto pare. L’unica cosa che potrebbe definitivamente risolvere il problema è Madre Natura: la pioggia. Al momento, però, non sono previste precipitazioni in tempi brevi, anzi, il caldo non mollerà la sua morsa nei prossimi giorni.