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CHIUSO PER USURA? NO, GRAZIE
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Usura: un problema che si crede lontano, ma che invece abita molto vicino a noi, solo che non lo vediamo, a meno che non ne siamo direttamente coinvolti. Per colpa degli usurai sono molte le attività commerciali del territorio che sono state costrette a chiudere, o a “cedere” la loro attività. In questi giorni la Regione Lazio è tappezzata di significativi cartelloni, dove si vede la serranda abbassata di un negozio con su scritto “Chiuso per usura”. E se sono intervenute le Istituzioni, significa che il fenomeno è ormai dilagato. Pomezia, poi, nata come zona industriale e commerciale, è particolarmente “idonea” al diffondersi di questo crimine. Si chiede un prestito alle banche, ma non lo si ottiene, perché non si possono offrire le garanzie necessarie. Che fare, allora? Si chiede all’amico dell’amico, che, generosamente, anticipa la cifra. Peccato che il debito non si estinguerà mai. Proprio per trovare una soluzione e dare appoggio ed aiuto alle vittime di usura, ma anche per prevenire situazioni pericolose, questa mattina si è svolto a Pomezia, nella Biblioteca Comunale, un interessate convegno, “Basta usura. Non farti strozzare”. L’iniziativa è nata per volontà dell’Airp, l’associazione per la prevenzione usura, protesti e fallimenti, in collaborazione con la Regione Lazio e il Comune di Pomezia ed ha visto la partecipazione del Capo segreteria dell’Assessorato regionale ai Rapporti con gli Enti Locali e politiche per la sicurezza Sandro Casciarelli, il Presidente dell’Airp Italo Santarelli, l’Assessore alle Attività Produttive Elisabetta Massone e l’Assessore alle Politiche Sociali Anna Mirarchi, oltre al comandante della Compagnia dei Carabinieri di Pomezia, Rodrigo Micucci. Durante il dibattito è stato confermato che Pomezia è una delle città del Lazio con una presenza massiccia di casi di usura, ricca di realtà industriali ed imprenditoriali medio-piccole, e quindi a maggior rischio. Proprio per questo l’Amministrazione comunale, nel 2009, approfittando anche di incentivi offerti dalla Provincia di Roma, ha aperto uno sportello di sostegno alle vittime dell’usura. “Si tratta del Centro d’Ascolto Prevenzione Usura di via Monte D’Oro – ha spiegato Elisabbetta Massone – rivolto ad imprese e cittadini, soprattutto per prevenire. Ma, in due anni di attività, sono pochi i cittadini che ne hanno fatto uso. L’usura è un fenomeno sommerso, soprattutto a causa delle difficoltà e dei timori delle vittime, che non denunciano le vessazioni per paura di conseguenze peggiori. Basta vedere questa sala: è praticamente deserta, quando sappiamo con certezza che sono centinaia i pometini vittime di questa situazione. Il convegno si è rivelato l’esatta fotografia di quello che è l’usura: erano presenti tutte le Istituzioni, ma mancavano le persone che potrebbero essere interessate, cioè quei soggetti già in mano agli usurai o che corrono il rischio di finire in una spirale dalla quale è difficilissimo uscire senza un aiuto vero”. Dal dibattito è emerso che non è solo la paura causata dalla forte pressione psicologica a cui sono sottoposti a bloccare le vittime, ma anche un senso di forte vergogna. Un sentimento incontrollato, che nasce dal sentirsi economicamente inferiori agli altri, al punti di essere costretti a rivolgersi ad organizzazioni malavitose.\n\nUna delle strategie emerse, promossa dalla Regione Lazio, è l’istituzione di fondi che possano garantire linee di credito autorizzate, per scongiurare quello che l’assessore alle Attività Produttive del Comune di Pomezia ha chiaramente riassunto nella frase: “Le banche danno soldi solo a chi già ne ha”. Frase ormai ben nota e quanto mai vera, perché se sei ricco sono le banche a cercare te, mentre invece se sei tu ad aver bisogno di aiuto, trovano sempre mille motivi per non dartelo.