Uscito il decreto sulle aree balneabili per la stagione 2015 firmato dal presidente della Regione, alla luce delle analisi compiute dall’Arpa che bocciano Ardea per la qualità delle sue acque, il sindaco Di Fiori si ribella e attacca la Regione:
“Ora basta. Il mare di Ardea continua ad essere inquinato dagli altri Comuni e noi, nonostante abbiamo le utenze allacciate al depuratore, ci ritroviamo con i divieti, con la Regione che da una parte emette i provvedimenti sulla balneazione e dall’altra da anni non riesce a completare l’impianto che impedirebbe ai liquami di finire nelle nostre acque. Questa volta vado in Procura e chiedo anche i danni” dichiara in una nota il primo cittadino di Ardea.
Dalle analisi compiute dall’Arpa, Ardea risulta avere la peggiore qualità delle acque del Lazio: su un totale di otto aree, solo tre sono ritenute buone, una sufficiente (Rio Grande) e due scarse (Foce Rio Torto e Fosso Moletta).
“Paghiamo – specifica Di Fiori – per un inquinamento che non è prodotto da noi. Sul litorale di Ardea sfociano numerosi fossi, che fanno finire in mare tutti gli scarichi non depurati dei Castelli Romani, di una parte di Pomezia e di Aprilia. Va avanti così da anni e alla fine abbiamo raggiunto un accordo con la Regione e tali Comuni, a partire da Albano, Genzano, Ariccia e Lanuvio, per realizzare un depuratore a Montagnano e risolvere così il problema dell’inquinamento. Si tratta di un impianto di 23 milioni di euro, che non è però ancora stato collaudato e per il quale, secondo alcune indiscrezioni, mancano ancora 2,5 milioni. Ci troviamo così a pagare per colpe di altri”.
Nonostante la bocciatura, Di Fiori questa volta appare intenzionato ad andare fino in fondo per allontanare definitivamente le fonti inquinanti del mare rutulo e ridare gloria ad un territorio ormai da troppo tempo abbandonato dalle istituzioni.
Massimiliano Gobbi