Dopo gli assistenti sociali e gli psicologi, le porte dell’INPS si aprono per assumere nuovo personale. Con il nuovo concorso, si cercheranno operatori per la gestione dell’assegno unico. Il bando per questa nuova posizione lavorativo, che non è stato ancora pubblicato, è previsto durante la metà di quest’estate 2023. Con il decreto legislativo 21 dicembre 2021, n. 230, ovvero quello che istituisce l’assegno unico per i figli, si necessita di personale specializzato nella cura di queste pratiche.
La nuova posizione lavorativa in INPS
Il bando di concorso per questa posizione lavorativa, a essere sinceri, è molto tardiva. Infatti, facendo la cronistoria del fantomatico concorso interno all’Ente, il bando era previsto già per il mese di Aprile 2022. Nonostante il vociare esagerato intorno alla proposta di lavoro, del bando non si è mai vista pubblicazione negli ultimi 12 mesi. Resta però cosa racconta il decreto in fatto di posizioni lavorative gestionali, con il “curatore dell’assegno unico” che verrà assunto a tempo indeterminato. Il posti, su tutta Italia, saranno 385 posizioni, in Area C e con profilo economico C1.
Cosa sappiamo di certo intorno a questo concorso?
Come detto, le uniche fonti certe verso questa posizione lavorativa provengono dal decreto di Governo. I 385 nuovi posti promessi all’interno dell’INPS, come sappiamo, vennero annunciati nel provvedimento legislativo del 21 dicembre 2021. L’Ente sarà incaricato di assumere questo nuovo personale, che dovrebbe occuparsi delle pratiche relative al contributo per i figli, In tal senso, per coprire tutti i posti di lavoro richiesti dall’attuale Esecutivo di Governo, è possibile che i concorsi possano essere anche più di uno da qui al prossimo biennio in vista del 2025.
Quali requisiti verrebbero richiesti?
Per chiarire i requisiti richiesti dalla posizione lavorativa, servirà aspettare il bando di concorso INPS. E’ plausibile pensare, però, come queste caratteristiche verranno richieste:
- cittadinanza italiana o di uno degli Stati membri dell’Unione Europea o appartenenza a una delle tipologie previste dall’art.38 del d.lgs. 30 marzo 2001, n.165 e s.m.i.;
– non essere stato destituito, dispensato o licenziato dall’impiego presso una pubblica amministrazione e non essere stato dichiarato decaduto da altro impiego pubblico, né essere stato interdetto dai pubblici uffici ai sensi della vigente normativa in materia; - non aver riportato condanne penali, ancorché non passate in giudicato, che impediscano la costituzione o la prosecuzione del rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione;
- posizione regolare nei riguardi degli obblighi militari laddove previsti per legge;
- laurea;
- godimento dei diritti politici e civili;
- idoneità fisica all’impiego.
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