Si sono svolte questa mattina nella chiesa del quartiere San Valentino, a Cisterna di Latina, le esequie di Alessia e Martina Capasso, le due bambine di 13 e 7 anni uccise lo scorso mercoledì dal padre Luigi Capasso.
Ad accoglierle in chiesa per un ultimo saluto si sono presentate centinaia di persone, che si sono unite al dolore della famiglia. Tantissimi i bambini e i ragazzi, che hanno indossato delle magliette bianche con la scritta “Alessia e Martina, Cisterna vi porterà sempre nel cuore”. All’arrivo dei feretri la folla ha accolto le due bambine con un forte e lunghissimo applauso.
Sulle bare delle due bimbe sono stati adagiati cuscini di fiori bianchi, mentre all’esterno sono pronti centinaia di palloncini rosa e bianchi che a breve, all’uscita dalla chiesa delle due salme, saranno liberati in aria.
Purtroppo Antonietta Gargiulo, madre delle piccole Alessia e Martina, non è potuta essere presente alla cerimonia dato che le sue condizioni restano molto gravi. La donna infatti è ancora ricoverata in terapia intensiva presso l’ospedale San Camillo di Roma e, solamente ieri, ha appreso dai familiari la triste notizia della morte delle sue bambine. A Cisterna, da questa mattina, è stata proclamata una giornata di Lutto cittadino. Nella mattinata infatti tutti gli esercizi commerciali hanno abbassato le serrande in segno di rispetto e di saluto verso le piccole.
L’OMELIA DEL PARROCO: BRUSIO DELLA FOLLA QUANDO HA CHIESTO DI PREGARE ANCHE PER CAPASSO. “LA FAMIGLIA – COMPRESA ANTONIETTA – LO HA PERDONATO”
Durante l’omelia il parroco Don Livio ha chiesto di pregare anche per Luigi Capasso, l’autore della strage di Cisterna. C’è chi ha parlato di una contestazione al momento di queste parole, altri hanno raccontato di un brusio tra la folla ma entrambe le cose sono state smentite dallo stesso Don Livio.
“Ora tutto è finito – ha sottolineato poi Don Livio come riportato dall’agenzia Adn Kronos – Ma è davvero tutto finito? Scusate se parlo in prima persona, in 50 anni di sacerdozio ho celebrato tanti funerali (…) qualcuno potrebbe dire e pensare che ormai sono abituato. No, non sono abituato. Quando vedo una bara bianca, un senso di ribellione mi assale e tanti perché affollano la mia testa. Perché?” “Sappiamo che umanamente parlando non esistono risposte – ha rimarcato il sacerdote -. E allora invochiamo la fatalità, parliamo di cattiveria umana, parliamo del caso, ma restiamo sempre insoddisfatti”.
Ma il parroco ha parlato anche di perdono: “Antonietta lo ha perdonato, così come la famiglia. Stamattina al cimitero li ho incontrati e mi hanno detto che sia loro che Antonietta lo hanno perdonato”.