Da Roccagorga a Cori, passando -negli anni- anche da Minturno, Terracina, Sermoneta, Aprilia…
per ripartire nelle prossime edizioni della Campagna Nastro Rosa, fino a raggiungere tutti i Comuni
pontini per lanciare un messaggio di speranza e solidarietà. Nonostante i numerosi passi in avanti
della medicina e dell'organizzazione sanitaria, infatti, il tumore alla mammella resta il big killer del
secolo. E solo la prevenzione, con una diagnosi precoce, riesce a salvare le donne dal rischio di
ammalarsi o di dover subire interventi invalidanti e la morte, nel caso siano raggiunte dal male. La
Lega Italiana per la lotta contro i tumori (LILT) provinciale di Latina, presente sul territorio da 40
anni, resta in prima fila in questa battaglia, con i suoi volontari che non perdono occasione per
diffondere l’invito alla prevenzione, naturalmente non solo durante il cosiddetto Mese Rosa, ma
sempre. “Ci sono dati che ancora spaventano e che vanno col tempo superati -ha esordito la
presidente, dott.ssa Nicoletta D’Erme, aprendo gli interventi dei relatori nella tavola rotonda
tenutasi ieri mattina presso il teatro Pistilli di Cori- oltre 54mila nuovi casi nell’ultimo anno e…ben
480mila screening mancati. Occorre ancora insistere, incidere, prevedere più iniziative per i
giovani e portare la LILT sul territorio, aprendo nuove delegazioni che siano punti di riferimento
per le comunità”. Aperta dal Sindaco Mauro Primio De Lellis e moderato dalla scrittrice Stefania De
Caro, la manifestazione di apertura dell’Ottobre Rosa 2021, ha poi visto l’intervento dell’assessore
alle politiche sociali di Aprilia, Francesca Barbaliscia, che ha ringraziato per l’impegno e l’invito la
consigliera Sabrina Pistilli, delegata alle pari opportunità del Comune di Cori, per aver organizzato
una mattinata che aveva il sapore della festa, in una cornice meravigliosa e con tanto di
sbandieratori per sottolineare la bontà di un messaggio che deve arrivare alle donne e all’opinione
pubblica in toni positivi per innestare fiducia nella guarigione possibile e nella Sanità pubblica e
invitando a corretti stili di vita e controlli periodici mirati. Dopo l’emozionante passaggio ci
consegna della catena rosa da Aprilia a Cori e dopo l’intervento della presidente D’Erme, è
intervenuta la dott.ssa Patrizia Ravaioli, responsabile della Consulta Femminile LILT del Lazio, la
quale, oltre a ringraziare le presidenti delle consulte provinciali (a cominciare dalla dott.ssa
Francesca Cardillo che presiede quella di Latina), e il dott. Alfredo Cecconi Responsabile Regionale
della LILT; ha ricordato il rinnovato impegno della LILT a combattere con forza l’emergenza
oncologica e non solo quella pandemica che -com’è noto- ha rallentato gli screening in tutta Italia
e dunque anche nella nostra Regione. Ha fatto un plauso ai volontari, sempre in prima linea, per
diffondere la “cultura della prevenzione”. Il microfono è poi passato al prof. Fabio Ricci, direttore
clinico della Breast Unit del S.M. Goretti di Latina, da anni impegnato per la cura delle donne
affette da tumore di tutta la provincia, da Aprilia al Garigliano, ha ringraziato il dott. Carlo De Masi
Responsabile Aziendale, la dott.ssa Susanna Busco data manager, il dott. Alessandro Novaga per la
sua opera di divulgazione e tutti i componenti presenti dell’equipe multidisciplinare della Breast
Unit che “prende in carico le pazienti dalla diagnosi e per tutto il percorso terapeutico”. Gli
interventi conservativi sono aumentati rispetto a quelli demolitivi proprio grazie alla prevenzione e
alla precocità delle diagnosi, garantendo alle donne che si ammalano quell’importante identità
corporea legata all’equilibrio psicofisico, emotivo e sociale. Dalla radiologia all’oncologia, tanti
specialisti donano alle donne che si rivolgono alle Breast Unit la certezza di un 20% in più di
guarigione, partendo da esigenze e diritti ad essere curate di tutte le donne, senza distinzioni o
discriminazioni territoriali, sociali, culturali. Anche la prof.ssa Antonella Calogero, direttore del
dipartimento di scienze e biotecnologie medico-chirurgiche della Facoltà di Farmacia e Medicina
dell’Università Sapienza, Polo pontino, ha posto l’accento sulla diagnosi precoce e sulla “forza degli
screening” che “non lasciano indietro nessuno” e permetteranno, unite alle nuove ricerche e alle
più innovative tecniche di arrivare a personalizzare le cure e ad ampliare i percorsi eredo-familiari
per capire in tempo le eventuali mutazioni genetiche che predispongono all’insorgenza dei tumori.
Ha concluso la mattinata l’intervento del dott. Belardino Rossi, direttore del Distretto 1 della ASL
di Latina che, in rappresentanza della Direttrice Generale dott.ssa Silvia Cavalli e dalla Direttrice
Sanitaria Aziendale della ASL di Latina, dott.ssa Laide Romagnoli, ha annunciato la volontà dell’ASL
pontina di coinvolgere maggiormente i medici di famiglia delle varie comunità (e le comunità
stesse, piccole e grandi) per una diffusione più capillare del concetto di prevenzione che faccia
sentire la Sanità più vicina alle persone e renda più sistematica la rete sinergica che porta a
“conoscere e capire” per una maggiore tutela dei singoli e della collettività. “Con una Breast Unit
così forte e una LILT sempre attivissima- insomma- il cancro potrà essere combattuto ancor più e
meglio”.