La sera del 25 gennaio 2010, Massimiliano Moro, fu ucciso a bruciapelo con due colpi di pistola all’interno della sua abitazione a Latina. Da allora la Polizia di Stato non ha mai smesso di indagare per arrestare i colpevoli. Lo scorso febbraio erano stati infatti arrestati quattro rampolli della malavita locale accusati di aver preso parte all’omicidio.
Nella mattina di oggi per altre 3 persone sono scattate le manette: parliamo di noti esponenti del clan Ciarelli-Di Silvio, già indagati a vario titolo per la morte di Massimiliano Moro. A compiere l’arresto è stata la Squadra Mobile della Questura di Latina, unitamente al Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.
Omicidio Moro: la nuova ricostruzione, la testimonianza
Gli arresti di questa mattina, 9 luglio 2021, scaturiscono da nuovi approfondimenti investigativi coordinati dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma ed agevolati dal contributo offerto dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Il dichiarante ha fornito, evidentemente con conoscenza diretta dei fatti, importanti elementi di prova sulle cattività Rom e su alcuni fatti criminali avvenuti nella c.d. “Guerra Criminale”.
Proprio in quest’ultima, l’omicidio di Moro assume importanza primaria. Secondo la nuova ricostruzione dei fatti quella sera, a poche ore dall’agguato subìto da Carmine Ciarelli, parteciparono all’esecuzione dell’omicidio rappresentanti di entrambe le famiglie, Ciarelli e Di Silvio, a conferma dell’avvio di un nuovo e più forte sodalizio che mirava a riaffermare con violenza e minaccia il controllo del territorio a Latina, rispetto al tentativo di gruppi rivali, non di etnia ROM, di ribaltare il proprio potere.