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MARE D’INVERNO, LA TYRRHENUM RISCOPRE IL PIGNETO

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Questa mattina i volontari dell’Ass. Tyrrhenum di Pomezia, in occasione della tradizionale giornata dedicata al “Mare d’Inverno”, hanno attirato l’attenzione su una delle zone più belle e dimenticate del territorio: il Pigneto. Al doveroso recupero di quest’area per fini ecologici, l’associazione ha abbinato un tema caro alla sua azione mirata alla valorizzazione delle origini mitiche di Roma e del Lazio, trovare un luogo idoneo per presentare la leggendaria Laurentum, la città di re Latino. Questa località, non ancora identificata, è strettamente legata a questo ambiente e al nostro territorio. È stato trovato un grande alloro, memoria del Lauro Sacro posto al centro della reggia di Laurentum (città e abitanti da questo avevano preso il nome) e protagonista di un prodigio che presagiva l’arrivo dei troiani. Facilmente fruibile, consentirebbe di creare un sito di attrazione turistica ed un suggestivo richiamo per l’identità locale, meta di visite, spettacoli e cerimonie. In attesa che dalla relazione che sarà presentata all’Amministrazione Comunale di Pomezia, arrivino delle risposte positive per la tutela dell’area, diffondiamo un po’ di notizie alla cittadinanza, in maniera che questi luoghi siano patrimonio di tutti. Il Pigneto è un’area dunale e di macchia mediterranea, di circa 23 ettari, compresa nella fascia costiera che va da Torvajanica a Villaggio Tognazzi. Di proprietà demaniale e in parte privata, è tutelata dalla Legge Regionale n. 49 del 10/8/1984. La duna ospita l’Ammofila, l’Erba medica marina, il Vilucchio di mare, la Calcatreppola, la Camomilla di mare, il Giglio di mare, il Ravastrello marino, l’Agropyron, lo Zigolo delle spiagge, il Cardo delle sabbie. Il retroduna è costituito da Fillirea, Ginepro coccolone, Corbezzolo, Pino marittimo, Smilace, Crucianella marittima, Ononide screziata, Silene colorata, Cisto. Molto importante, dal punto di vista ambientale, la depressione naturale che si ha in alcuni luoghi prima dell’imporsi della Macchia Mediterranea, la quale vede la presenza del Lentisco, della Roverella, della Farnia, della Sughera, del Leccio, del Giunco, dell’Iris, del Ginepro, dell’Asparago selvaggio, dello Stracciabraghe, del Mirto, dell’Erica, dell’Edera, del Lauro, del Fico e della rara Maresia nana (unico luogo nel Lazio). Sono presenti piante invasive, non autoctone, come Agave e Fico degli ottentotti. Il Pigneto è abitato dalla volpe, dal riccio, dal coniglio selvatico, dalla faina, dalla donnola, dall’istrice, dalla lepre, dal rospo smeraldino, dalla raganella, dalla lucertola campestre, dal ramarro occidentale, dal biacco e dal cervone (serpente raro). Vi passano e vi nidificano uccelli come il falco pecchiaiolo, il gruccione, il gheppio, la poiana, la nitticora, il rigogolo, il fratino, il piovanello, il corriere grosso, il merlo, l’occhiocotto, l’upupa, lo svasso, la garzetta, il gabbiano, l’airone rosso, l’azavola, il fischione, la marzaiola, l’usignolo, il cuculo, il codirosso, la capinera, lo scricciolo, la ghiandaia, la cornacchia grigia, il pettirosso, il verdone, l’averla piccola, l’averla capirossa, la sterpazzolina, il verzellino, la monachella, lo zigolo giallo e lo zigolo nero. L’area è purtroppo attaccata dallo scarico di rifiuti, dalla caccia, dal taglio abusivo del legname e dagli incendi.

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