“Non so se hai pagato, ergo ti mando la Guardia di Finanza. Se dimostri che hai pagato, sei a posto. Se non puoi dimostrarlo (perché magari non trovi più la ricevuta o l’hai buttata, da incosciente) devi pagare di nuovo, con una multa del 20% circa. Non accade nell’Africa sub sahariana, e nemmeno nelle Repubbliche delle Banane, ma nella patria del diritto, in Italia. A Pomezia, dove sbarcò Enea e iniziò la storia di Roma. Il Comune pometino, infatti, è oramai assodato che abbia una certa allergia all’ordine dei propri archivi cartacei e informatici (incendi permettendo). E così, nel caos di carte e faldoni persi qua e là, non trova di meglio da fare che denunciare ad Equitalia – la società di riscossione dell’Agenzia delle Entrate – i cittadini con figli in età scolare dell‘obbligo, ’rei’ di non aver pagato la mensa scolastica di alcuni anni fa. Il malcapitato, così, riceve l’esattore che gli notifica l’atto di Equitalia, con iscrizione a ruolo da parte del Comune di Pomezia. L’addebito è da pagare entro 60 giorni, perché con Equitalia non si scherza e le cronache italiane di questi mesi parlano da sole. Ma nel momento del panico, anche il malcapitato più distratto prova a cercare il pezzo di carta che attesti il pagamento contestato. E una volta trovato si avventura in Comune per dimostrare quanto in suo possesso. Negli uffici comunali regna un’aria di smobilitazione, fiera ma pur sempre di disastro imminente (dissesto…?). “Bravissimo! Ha trovato la sua ricevuta. Bene, ora possiamo cancellarlo da Equitalia”, si sente dire dai volenterosi dipendenti comunali, vittime anche loro di un caos da ’liberi tutti’ postbellico. Il concetto è semplice e diabolico: il Comune di Pomezia non riesce a capire chi abbia pagato le mense scolastiche e chi no; nel dubbio che fa? Invece di convocare i cittadini e fotocopiare le ricevute di pagamento per rifare gli archivi, iscrive tutti a ruolo ad Equitalia, in modo che i cittadini – quelli forti di cuore sopravvissuti alla notifica dell’esattore, che non è mai il solito postino di Poste Italiane S.p.a. – si presentino ‘spontaneamente’ in Comune per mostrare le proprie ricevute. E chi avesse già pagato ma ha smarrito la ricevuta? Al povero cristo non gli resta che pagare una seconda volta… Roba da matti. O fattore I, come Italia, come dicono quelli bravi negli USA e nel nord della UE. Grazie a tutti coloro che con le loro segnalazioni ci consentono di evidenziare queste assurde anomalie da parte di chi amministra questa nostra Città. Vi ricordiamo i nostri recapiti Via Virgilio 47 Pomezia oppure visitate il sito www.davinoangelo.it. Il Comitato D’Avino Inform@”
COMUNE DI POMEZIA: PRIMA TI MANDA EQUITALIA, POI SI SCUSA
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