Si parla sempre dei disservizi del territorio, quindi ricevere una lettera di elogio nei confronti di un servizio pubblico acquista un valore particolare. E’ per questo che pubblichiamo la lettera della signora Monica Sorrentino, che vuole ringraziare tutto il personale dell’asilo nido comunale di Pomezia.
“Sono una donna fortunata, visto che vivo vicino ai miei genitori, che possono prendersi cura dei miei figli mentre io e mio marito ci assentiamo per lavoro. Nonostante la presenza dei nonni, ho voluto provare lo stesso a mandare mia figlia al nido, utilizzando una struttura pubblica, anche se con molto scetticismo. La mia bimba è stata presa all’asilo nido comunale e, dopo un anno di frequentazione, facendo un bilancio dell’esperienza vissuta, mi sono resa conto che mia figlia è stata una delle poche bambine fortunate ad aver avuto come personale educatore non delle semplici assistenti, ma delle sorelle, delle mamme, delle amiche, comunque delle persone che l’anno amata, consolata quando andava consolata, coccolata quando ne aveva più bisogno. Ma non si è trattato di un trattamento di favore, dal momento che il loro atteggiamento non nasceva da un’eventuale simpatia che un’insegnante può nutrire per un bambino in particolare, ma era proprio il loro modo di fare. Da come hanno curato non solo ma mia, ma tutti i bambini, traspariva l’amore per il loro lavoro e per i piccoli “alunni”. Mai, nei miei 46 anni di vita, avevo visto donne che si commuovono vedendo figli di altre persone durante la recita di fine anno: Ambra, Serena, Sonia, Monia, Titti e addirittura la direttrice, Francesca, lo hanno fatto ed hanno reso quest’anno scolastico davvero sereno per questi bambini. E, in tempi in cui la cronaca ci ha fatto scoprire le atrocità che alcune educatrici sono capaci di compiere, portare il proprio figlio in un posto sicuro, dove può passare la giornata in modo sereno, è proprio una gran ricchezza per un bambino e per la sua famiglia. Parlando con altri genitori, ho sentito raccontare che ci sono bimbi che a casa non mangiano, sostenendo che la cuoca della scuola è più brava di mamma, ma la cosa meravigliosa è che quelle donne si sono commosse per i nostri figli, cosa che forse noi stesse non riusciamo più a fare. Le ringrazio tutte di cuore a nome di tutti i bambini che hanno smesso di piangere porgendo loro una manina o dicendo loro “vieni amore, ti stavamo aspettando” ”.