Brescia, fa discutere la tesi di un PM in merito a una denuncia di aggressione: al centro della vicenda un uomo del Bangladesh e sua moglie.
Brescia, PM nel mirino: la cronaca influenza la realtà e viceversa, ma talvolta le prospettive entrano di prepotenza nel dibattito giornaliero e bisogna fare i conti con le ripercussioni sull’opinione pubblica. Nell’eterna lotta tra fatti e opinioni finisce la tesi di un PM di Brescia che, al cospetto di una denuncia per maltrattamenti di una donna da parte del marito (un uomo originario del Bangladesh) adduce un’analisi che ha destato più di qualche controversia.
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Vittima di maltrattamenti denuncia, ma il Giudice chiede l’assoluzione dell’imputato: il motivo
Il PM, nello specifico, asserisce che i contegni di compressione delle libertà morali e materiali da parte della parte offesa sono frutto dell’impianto culturale e non della sua coscienza. Quindi va assolto. In parole povere: il Pubblico Ministero di Brescia ritiene che i maltrattamenti sulla donna in questione siano stati frutto di una dinamica culturale vigente senza alcun tipo di premeditazione. Una situazione che ha fatto discutere l’intera comunità: inclusa la donna che ha sporto denuncia che, sulle pagine del Giornale di Brescia, dichiara “Mi ha trattato come una schiava, inammissibile pensare all’assoluzione”.
Una diatriba che avrà necessariamente ulteriori ripercussioni in ambito dialettico, perchè tra fatti e opinioni – spesso – c’è un abisso nel quale si trovano costretti anche i tutori della Legge. Il potere giudiziario, talvolta, diventa oggetto di dissertazione oltre che profonda riflessione.