Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla è stato ucciso. Si cercano i colpevoli del misfatto: è successo a Genova, sospetti sui datori di lavoro.
Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla, così all’anagrafe, ma per tutti era “il migliore”. 19 anni e i sogni in tasca, a Genova, tra Chiavari e Santa Margherita Ligure faceva il parrucchiere. Tagli particolari, tinte, sciampi. Sapeva fare tutto e lo faceva bene, nel salone dove lavorava c’era la fila. Volevano essere serviti solo da lui, al punto che aveva cominciato anche a fare tendenza: “Se non c’è Mahmoud, si chiude”, dicevano gli affezionati. E ha chiuso davvero.
Il ragazzo è stato ucciso, si cerca di capire come e soprattutto perchè: il movente sarebbe aggravato da futili motivi, questo emerge dalle prime ricostruzioni. Voleva andare via, lasciare quel salone e passare alla concorrenza. Troppo per qualcuno. Al punto da fargliela pagare con un prezzo a dir poco elevato: togliergli tutto, la vita, i sogni, un talento apparentemente senza eguali. Ora s’indaga in una cittadina che forse sperava in un finale diverso.
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19enne massacrato a Genova: s’indaga sui datori di lavoro, sospetta aggravante dei futili motivi
Non c’è lieto fine, solo sgomento. I sospetti e le presunte accuse ricadono sui datori di lavoro che avrebbero freddato il ragazzo per poi fare a pezzi il corpo e disperdere le tracce. Impronte di un passato che ritorna e un presente che scotta troppo: abituati a tagliare capelli, non vite. Eppure cambia tutto nel giro di pochi giorni, le ricostruzioni sottolineano come la mattanza potrebbe essere avvenuta fra domenica 23 e lunedì 24 luglio. Compresa la soppressione di cadavere.
L’autopsia, effettuata sul 19enne, conferma che il ragazzo sarebbe stato ucciso in maniera atroce: diversi colpi di punteruolo dritti al cuore non gli hanno lasciato scampo, poi la seconda parte del piano. Il corpo smembrato e fatto a pezzi: chiuso in una valigia e spostato a Chiavari in taxi per disperdere le tracce. Le indagini proseguono, i due datori di lavoro – rispettivamente di 26 e 27 anni – si sarebbero poi disfatti del corpo lasciandolo lungo la foce del torrente Entella.
Le correnti lo avrebbero spinto troppo in là, fino al ritrovamento sulle spiagge di Chiavari: un’efferatezza emersa per un errore di calcolo. La piega di questa vicenda è complessa e, purtroppo, non è una questione di taglio ma di scrupoli. Quelli che nessuno sembrerebbe essersi fatto nel concludere una storia – quella di Mahmoud – che forse doveva ancora cominciare.