Traffico internazionale di stupefacenti, un’accusa pesante che ha visto l’esecuzione di 42 ordini di custodia cautelare, 26 dei quali in carcere, e tra questi ultimi figura anche il nome del procuratore capo dell’Associazione italiani arbitri, Rosario D’Onofrio. L’operazione antidroga Madera, coordinata dai sostituti procuratori Rosario Ferracane e Sara Ombra della Dda ed eseguita dalla Guardia di Finanza e dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano ha ricostruito un traffico internazionale di stupefacenti. Man mano stanno emergendo anche i nomi degli indagati. Se in primo momento è stato reso noto il nome del dipendente di un’agenzia funebre che vantava di non essere sottoposto a controlli delle forze dell’ordine neanche in pandemia e di poter così trasportare la droga nel suo carro funebre, adesso è la volta del Procurato capo dell’Aia.
Le dimissioni immediate
Ed è stata l’Associazione italiana arbitri a chiedere le dimissioni immediate di D’Onofrio che già lo scorso ottobre era stato deferito dalla Federcalcio per una questione legata a una indagine relativa a un assistente di serie A. Ora arriva anche il coinvolgimento nel traffico di droga per il Procuratore capo dell’Aia che coinvolge personaggi italiani, spagnoli e albanesi. Sei le tonnellate di stupefacente “fatte entrare” nella nostra Penisola. Secondo le risultanze investigative D’Onofrio avrebbe vestito la mimetica militare, per non essere passibile di controlli, e trasferito carichi di marijuana e hashish anche durante il periodo di lock down.
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