Bullizzano, scatenano risse, percuotono e lesionano le loro vittime, disturbano la quiete pubblica, commettono atti vandalici, eseguono furti nelle strade. Con minor frequenza commettono furti e rapine nei negozi, spacciano, rubano nelle abitazioni, commettono estorsioni. Le gang giovanili, un fenomeno dei tempi moderni, sono diventate l’oggetto di studio di una ricerca.
Autori dell’opera il centro di ricerca Transcrime dell’Università cattolica, il Dipartimento della pubblica sicurezza e il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità. Il rapporto, intitolato “Le gang giovanili in Italia“, ha fornito una classificazione e una mappatura di queste bande nella penisola.
Lo studio ha evidenziato come le baby gang siano presenti in tutto il paese, con una leggera prevalenza nelle regioni del centro nord. I componenti delle bande non raggiungono in media le 10 persone, sono composte prevalentemente da uomini, hanno un’età compresa tra i 15 e 17 anni.
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Perché gli adolescenti entrano a far parte delle gang giovanili
Secondo il rapporto, i ragazzi entrano in queste bande a causa di rapporti problematici con le loro famiglie, con i coetanei o con il sistema scolastico. Oppure perché incontrano difficoltà relazionali o di inclusione nel sistema sociale. Difficoltà favorite dal disagio sociale o economico. Negli ultimi cinque anni il fenomeno delle gang giovanili è aumentato. Hanno rilevato un incremento delle gang giovanili la metà degli Uffici dei Servizi Sociali per i Minorenni e il 46% delle Questure e dei Comandi provinciali dei Carabinieri. L’aumento del fenomeno però non sembra essere una conseguenza esclusiva del Covid 19. Secondo il rapporto infatti, la presenza di gang giovanili è aumentata in meno di una provincia su tre durante la crisi pandemica. Infine lo studio ha notato come le bande utilizzino i social network per comunicare tra di loro e per diffondere gli atti compiuti come atto di sfida o autodeterminazione.
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I tipi di gang rilevati
Le bande giovanili più diffuse non quelle con una struttura non definita che si rendono protagoniste di attività violente occasionali. Poi ci sono le gang giovanili, diffuse soprattutto al sud, che hanno legami con la criminalità organizzata. Le loro attività sono legate alla volontà di crescere il loro status criminale per entrare a far parte delle organizzazioni mafiose.
Il terzo tipo di baby gang sono quelle che si ispirano a organizzazioni criminali straniere. Sono presenti soprattutto nel centro nord e sono composte da stranieri di prima o seconda generazione. Infine la quarta categoria di bande giovanili sono quelle con un’organizzazione definita ma senza riferimenti ad altre organizzazioni. Sono presenti in tutte le zone del paese, commettono furti, rapine o reati violenti. Non hanno una simbologia articolare e non hanno interesse a pubblicizzarsi.
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