Sono 20 gli indagati per gli insulti antisemiti nei confronti della senatrice Liliana Segre. Il reato che viene contestato loro è di diffamazione a mezzo web con l’aggravante della discriminazione etnica, raziale e religiosa. Fatti gravi che si sono verificati tra ottobre e dicembre dello scorso anno e denunciati direttamente dalla senatrice.
Le indagini dei Carabinieri
Sono state le indagini dei carabinieri della sezione Indagini telematiche del nucleo investigativo a fare luce sulla vicenda. Un’attività investigativa articolata su profili anonimi che hanno portato però alla fine all’iscrizione nel registro degli indagati ben 20 persone, tra la Calabra, il Veneto, il Lazio, il Piemonte e Milano. Si tratta tra l’altro di un’infermiera, un’impiegata, di due medici, un mediatore creditizio e un solo esponente di estrema destra di età compresa tra i 21 e i 74 anni.
Stanca di essere presa di mira dagli haters sia questioni legate ai vaccini da Covid 19 sia con frasi antisemite, la senatrice aveva sporto denuncia il 6 dicembre scorso nei confronti di 24 persone e tra queste risultava anche Chef Rubio, personaggio televisivo ed ex rugbista. Era stato il sostituto procuratore Nicola Rossato e il procuratore Marcello Viola a chiedere accertamenti da parte degli uomini dell’Arma per risalire agli autori dei messaggi social diffamatori. Una indagine fitta che ha portato oggi all’iscrizione di 20 persone nel registro degli indagati.
La Segre già vittima di insulti antisemiti in passato
Non è stata la prima volta che Liliana Segre, 92enne, senatrice a vita e superstite dell’Olocausto è rimasta vittima di minacce e insulti antisemiti. Era successo in altre occasioni e la Digos aveva fermato, per minacce aggravate dall’odio raziale due persone un pensionato di Cagliari e un 40enne di Viterbo. Un comportamento quasi ‘persecutorio’ nei confronti di una donna che le persecuzioni le ha vissute già quando aveva solo 13 anni nel campo di concentramento di Auschwitz.