Non usa mezzi termini Bo Guerreschi, la presidente della onlus ‘bon’t worry’ che si occupa di violenze di genere, per commentare le decisioni emesse dalla quinta sezione collegiale del tribunale di Roma. Quello che più fa infuriare la donna è la sentenza emessa im merito al caso del bidello che avrebbe palpeggiato una ragazza.
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La rabbia della presidente di ‘bon’t worry’
Come riporta Repubblica, Bo Guerreschi chiede l’intervento del ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Spero che a breve invii gli ispettori, questi verdetti lasciano senza parole e mi fanno pensare che lottiamo per qualcosa che la giustizia ci nega”, dice. “Le sentenze che sto leggendo mi preoccupano molto. Sono orribili, non si possono accettare, sono indegne. Stiamo tornando indietro di decenni. Il messaggio che si trasmette è che le donne devono essere tolleranti. Noi abbiamo 1.300 casi e lo stupro di Primavalle aspetta giustizia da quasi 4 anni. Spero la ottenga”. La presidente della onlus ‘bon’t worry’ è un fiume in piena: ” Le stesse giudici hanno anche assolto il direttore di un museo accusato di abusi sessuali definendo ‘goliardico’ il suo modo di approcciarsi fisicamente a una dipendente che palpeggiava sui fianchi, sulla pancia, sulla schiena. C’è anche scritto che probabilmente quella donna aveva denunciato mossa da complessi di natura psicologica per il proprio aspetto fisico. C’è superficialità e mancanza di rispetto per la donna, il suo corpo, la sua volontà. Da questa sezione escono sentenze solo di questo tenore”.
Il caso del bidello che avrebbe palpeggiato una ragazza
Fino ad arrivare, inevitabilmente, al caso del bidello che avrebbe palpeggiato una ragazza: “L’assoluzione del bidello è inquietante, il quadro probatorio è coerente. Nella stessa sentenza c’è scritto che era un’abitudine per l’imputato avere questo atteggiamento ma non c’era la volontà di ledere la sfera sessuale. Anche qui si mette in risalto l‘animo giocoso. Ma è uno scherzo? Si devono valutare i reati in sé. Non si tocca nessuna parte del corpo di una persona senza la sua volontà”, conclude la presidente di ‘bon’t worry’.