Stroncato da un malore improvviso, Erminio Margiotta, il “papà” dell’iconico quanto intramontabile bambolotto Cicciobello, è spirato all’età di 85 anni. Nonostante l’età era in buona salute e continuava a lavorare nel settore dei giocattoli. Momenti delicati e difficili per i familiari, ecco le parole del figlio Marco: “Aveva tanta grinta ed un cuore grandissimo”. L’uomo lascia moglie, figli e tre nipoti. L’ultimo saluto si terrà giovedì alle 15.30 a Sant’Elena.
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La morte improvvisa di Erminio Margiotta
La morte improvvisa di Erminio Margiotta è stata un fulmine a ciel sereno. L’uomo si è alzato ieri mattina e aveva sbrigato le sue solite commissioni. Tuttavia, ad un certo punto, si è sentito poco bene ed ha perso i sensi. Vani, purtroppo, i tentativi di rianimazione. Per lui non c’è stato nulla da fare. L’uomo era nato a Brindisi ma si era trasferito a Padova. Finanziere in carriera, tra le sue passioni – che peraltro praticava con successo – anche il rugby. Successivamente, Margiotta, aveva iniziato a lavorare alla fabbrica di giocattoli della moglie e del cognato, la conosciuta Effe Bambole. In questa sede, oggi, si trova il centro commerciale Airone. Negli anni del boom economico l’azienda ha dato alle luce la bellezza di 5 milioni di bambole ogni anno, per trent’anni consecutivi. Al suo interno, vi lavoravano circa un centinaio di dipendenti e grazie ad un fatturato annuo di 12 miliardi di lire, rappresentava la terza realtà europea del settore.
Il lavoro
Margiotta era il direttore commerciale del mercato nazionale, pertanto girava tutta la penisola per proporre ai clienti i prodotti made in Italy. Tra i più famosi: Topo Gigio, i puffi, i robot, passando per Fanella, Maga Maghella e arrivando fino all’indimenticabile Cicciobello, sogno – ancora oggi- di moltissime bambine. Anche se nel corso degli anni il mercato del lavoro conobbe alti e bassi, l’uomo ha continuato a lavorare senza però rinunciare a godersi la vecchiaia e la vita sociale.