Simona Cardone avrebbe perso la vita a causa dell’alta velocità. Parla il perito dopo le analisi sulla dinamica del violentissimo impatto.
90 chilometri orari, a tanto viaggiava l’auto guidata da Emanuele Esposito – una Tesla – che lo scorso primo luglio si è schiantata contro la Ypsilon di Simona Cardone. La 67enne è morta sul colpo in quel tragico incidente avvenuto sulla Laurentina all’altezza della rotatoria che porta a Selvotta. La velocità del veicolo è stabilità dal perito Francesco Pastorello, incaricato dal PM Eugenio Albamonte che sta cercando di fare ulteriore chiarezza.
Il caso è in pieno sviluppo, ma alcuni tasselli sembrerebbero essere già chiari: Esposito, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe preso l’auto in prestito da un cliente del padre – capo di un’impresa di pulizie di auto di lusso – a Pomezia. Le analisi, riportate dal Corriere della Sera, indicano come il ragazzo viaggiasse a una velocità di crociera troppo elevata rispetto ai limiti indicati. Un tratto di strada, quello dell’incidente, dove è concesso andare al massimo a 50 Km/h.
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Laurentina, incidente mortale: Simona Cardone vittima dell’alta velocità, le analisi
L’impatto – poi – sarebbe avvenuto a velocità ancor più sostenuta e per la donna non ci sarebbe stato più nulla da fare. Gli accertamenti sulla dinamica sono stati condotti dai vigili dell’Eur: Esposito è risultato negativo agli esami tossicologici. Ora risulta indagato con l’accusa di omicidio e lesioni stradali. Correva a velocità sostenuta, ma – contrariamente a quanto si era ipotizzato inizialmente – non era al telefono. Avrebbe – emerge dalle ricostruzioni – azzardato, però, diversi sorpassi in maniera rischiosa.
Simona Cardone non avrebbe fatto in tempo a evitare l’impatto, alcuni testimoni, però, parlano anche di diversi sorpassi effettuati in maniera illecita: addirittura contromano. In pochi secondi una vita si può spegnere, ma può anche cambiare. Esposito è in attesa degli sviluppi che avverranno nelle prossime settimane, ma la situazione appare molto critica.