Il bando per la raccolta rifiuti e per la pulizia delle spiagge a Pomezia torna a far discutere. E la società vincitrice nel 2021, a cui avevano annullato il bando – risultata seconda alla gara di quest’anno – vuole vederci chiaro a fronte di presunti “profili di illegittimità del provvedimento di aggiudicazione“.
Per capire cosa sta succedendo oggi, dobbiamo fare un passo indietro. Esattamente all’anno scorso, quando venne indetta, con notevole ritardo (l contratto con la precedente ditta era scaduto a marzo del 2020) la gara per il nuovo affidamento del servizio.
Il bando, all’esito dell’attribuzione dei punteggi, veniva aggiudicato alla ETAMBIENTE S.p.A. (Capogruppo) – ATI società cooperativa (Mandante). Da premettere che lo scorso anno alla gara avevano partecipato solo 3 società: oltre alla vincitrice c’erano in lizza anche la Teknoservice Srl e la Formula Ambiente, ditta uscente, che gestiva il servizio in proroga.
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Bando annullato
Dopo due settimane dalla comunicazione dell’aggiudicazione, il dirigente annullava gara attraverso una Determinazione Dirigenziale (n.1212 del 14.09.2021). I motivi addotti erano 3. Il primo era il costo del servizio più alto rispetto a quello pagato fino a quel momento (con la nuova ditta ci sarebbe stato un aumento di € 195.438,26 l’anno, ma non si teneva conto della qualità tecnica e della diversità del servizio).
Il secondo riguardava “la partecipazione alla gara si è limitata alla presentazione di sole tre offerte, quindi con una concorrenzialità minima”. Il terzo specificava che “il capitolato speciale d’appalto non tiene evidentemente conto del D.Lgs. 116/2020, intervenuto circa tre mesi dopo l’avvio delle operazioni di gara, per cui la circostanza che il territorio di Pomezia è fortemente caratterizzato dalla presenza di attività commerciali e industriali, a fronte della modifica della disciplina dell’assimilabilità dei rifiuti a quelli urbani, inciderà notevolmente sull’appalto in sede di applicazione della nuova normativa”.
Il ricorso
Ovviamente ETAmbiante fa ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio, ma nel frattempo il Comune di Pomezia indice un’altra gara di appalto. La vicenda, oltre che al Tar, finisce sul tavolo dell’Anticorruzione. A mandarcela è l’ormai ex Segretaria Comunale, dottoressa Nadia Iannotta. Attraverso una nota inviata all’ANAC (Autorità nazionale anticorruzione), avrebbe affermato che le motivazioni addotte dalla società toscana vincitrice della gara d’appalto poi annullata sarebbero ampiamente motivate nei fatti ed in diritto, chiedendo di interessarsi al caso e laddove lo ritenga provveda di conseguenza. Poco dopo, il Segretario Comunale si dimette.
Mentre il Tar, il 21 maggio 2022, respinge il ricorso della società toscana, giudicandolo “Improcedibile, inammissibile e infondato”, bocciando così le speranze di vedersi assegnare l’appalto, ancora non si hanno notizie di come stia lavorando l’ANAC.
Il nuovo bando
Al nuovo bando partecipano 5 società. Si presenta nuovamente ETAmbiente S.p.a., che ha “aggiustato il tiro” rispetto a quelle che sono le indicazioni che hanno portato all’annullamento precedente. Ci sono poi Ciclat, TeknoService s.r.l., Tek.ra. S.r.l., Teorema s.p.a. e Si.Eco S.p.A. – Super Eco S.r.l.
Stavolta, quasi a sorpresa, non partecipa Formula Ambiente, che per tantissimi anni ha svolto il servizio a Pomezia.
La gara viene assegnata alla Ciclat, con un punteggio finale di 86,90 e un distacco notevole dal secondo classificato, ETAmbiente, che registra solo 78,88 punti. Ma come è stato ottenuto l’ottimo punteggio della prima classificata?
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I punteggi
Andando a vedere le tabelle, Cliclat sbaraglia tutti i concorrenti nella classifica tecnica: 65,93 punti. Seguono ETAmbiente con 48,88, quindi ben 17 punti di distacco, TeknoService s.r.l. con 25,69 punti, Si.Eco S.p.A. con 15,86, Tek.ra. S.r.l. con 14,90 e chiude la Teorema s.p.a. con 9,03.
Completamente differenti i risultati ottenuti nella classifica economica, che vedono ETAmbiente in testa con un ribasso del 10,76% (significa che avrebbe fatto risparmiare più soldi alle casse comunali), Cliclat con un ribasso del 7,52%, TeknoService s.r.l. del 5,94% e di seguito le altre. Ma il notevole stacco dato dalla prima classifica non potrebbe mai colmare il vantaggio dato dal risparmio economico offerto alla pubblica amministrazione, cosa che era una discriminante nel bando precedente e che aveva portato all’annullamento per i vincitori.
I dubbi e la reazione
“Per avere la documentazione relativa a questo bando ci abbiamo messo un mese. Nonostante la nostra richiesta di accesso agli atti sia datata 26 luglio e malgrado i solleciti, solo il 26 agosto siamo riusciti a visionare i documenti che hanno portato alla vittoria dei nostri concorrenti”, spiegano dalla ETAmbiente. E proprio dopo averli visti, lo stesso giorno l’Amministratore Delegato di ETAmbiente, Giuseppe Pinto, protocolla una lunga lettera indirizzata al dirigente all’ambiente Renato Curci, al sindaco (ormai ex, ma quel giorno era ancora in carica) Adriano Zuccalà), al nuovo Segretario Comunale Gloria Ruvo, responsabile anche dell’anticorruzione e della trasparenza degli atti amministrativi del Comune.
Quello che vogliono capire dalla società toscana è se quella classifica tecnica sia corretta. 17 punti di differenza sono tanti e sono quelli che hanno deciso l’assegnazione.
Comune diffidato dall’assegnare l’appalto
Attraverso la Pec inviata al Comune, da parte di ETAmbiente è stato diffidato l’Ente dall’affidare l’appalto, preannunciando ricorso al Tar. Quello che è stato infatti scoperto lascia infatti alcuni dubbi sulle modalità di valutazione.
Il Disciplinare di Gara indicava requisiti di capacità tecnica e segnatamente richiedeva la “esecuzione negli ultimi tre anni dei seguenti servizi analoghi:
1) servizi di raccolta porta a porta e trasporto dei rifiuti urbani, prestati in ciascuno degli ultimi tre anni antecedenti la pubblicazione del bando, per almeno un Comune costiero con popolazione di almeno 65.000 abitanti;
b.2) servizi di spazzamento delle strade, prestati in ciascuno degli ultimi tre anni antecedenti la pubblicazione del bando, per almeno un Comune costiero con popolazione di almeno 65.000 abitanti”.
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Le anomalie
“Veniva inoltre specificato che questi requisiti andavano comprovati in maniera ufficiale “In caso di servizi prestati a favore di pubbliche amministrazioni o enti pubblici mediante una delle seguenti modalità. Originale o copia conforme dei certificati rilasciati dall’amministrazione o ente contraente, con l’indicazione dell’oggetto, dell’importo e del periodo di esecuzione”. Dagli atti di gara – chiariscono i responsabili di ETAmbiente – CICLAT ha inteso dimostrare il possesso dei requisiti indicando i servizi di raccolta e spazzamento svolti nel Comune di Ravenna negli anni 2019, 2020 e2021. Ma, piuttosto che produrre le certificazioni attestanti i servizi svolti, rilasciate dal Comune di Ravenna, ha invece prodotto delle dichiarazioni di buona esecuzione sottoscritte da Hera S.p.A. che ricopriva, negli stessi appalti, il ruolo di mandataria capogruppo di RTI di cui CICLAT era invece impresa mandante”.
Nessun documento rilasciato, come richiesto nel bando di gara, da un’amministrazione pubblica, quindi, bensì da una società privata.
“Questa circostanza, che noi avevamo già evidenziato il 30 marzo del 2022, avrebbe dovuto comportare l’esclusione del concorrente”, spiegano dalla società toscana. E invece niente. “La Commissione di gara ha ignorato la nostra comunicazione, che infatti non viene nemmeno citata nei verbali di gara. E soprattutto non ha svolto alcuna valutazione o approfondimento in merito alla questione sollevata”.
Il servizio a Ravenna: superava i 65 mila abitanti?
Ma il problema non è solo questo. Con riferimento al servizio di raccolta, la certificazione rilasciata da Hera S.p.A. in favore di CICLAT fa riferimento al servizio svolto nel Comune di Ravenna, che ha circa 156 mila abitanti. “Ma indica chiaramente che CICLAT ha svolto quel servizio non singolarmente. Bensì quale mandante di un RTI composto da HERA S.p.A. (mandataria-capogruppo) e da Consorzio Formula Ambiente (mandante)”, spiega Ignazio Schirru, dirigente della società toscana. “La certificazione infatti non consente di comprendere quale fosse la percentuale di partecipazione di CICLAT all’RTI. Né la quota di servizio di raccolta di rifiuti nel Comune di Ravenna effettivamente svolta da CICLAT. E, dal momento che il bando prescriveva lo svolgimento del servizio in un Comune di almeno 65.000 abitanti, se CICLAT, in quanto mandante dell’RTI, avesse svolto il servizio servendo solo una porzione del territorio, inferiore ai 65.000 abitanti, sarebbe priva del requisito di capacità tecnica richiesto dal Disciplinare di Gara. Ovviamente la stessa considerazione vale anche con riferimento al servizio di spazzamento.
Il servizio porta a porta a Ravenna: esteso solo nel 2022
Altro dubbio, più che lecito, riguarda il servizio porta a porta. Anche qui il bando di gara di Pomezia prevede tassativamente che le ditte partecipanti abbiano come requisito un pregresso di esperienza presso una amministrazione pubblica di almeno 65 mila abitanti. E loro riportano sempre Ravenna.
“Ma, così come si evince da numerosi articoli di giornale, la raccolta porta a porta a Ravenna si è estesa solo recentemente. La certificazione rilasciata da Hera S.p.A. in favore di CICLAT fa un generico riferimento ad un servizio di raccolta stradale e porta a porta. La documentazione non consente di comprendere se CICLAT abbia effettivamente svolto il servizio di raccolta porta a porta almeno per 65.000 abitanti, per tutti e tre gli anni precedenti alla pubblicazione del bando di gara”, dichiara Schirru.
E qualche dubbio sorge, visto che, come attestano gli articoli di stampa, sembrerebbe che “il servizio di raccolta porta a porta nel Comune di Ravenna è solo di recentissima introduzione”. “Abbiamo allegato gli articoli, che parlano di introduzione del servizio addirittura a febbraio, marzo e maggio del 2022”, spiega Schirru.
Tutte queste informazioni sono state fornite da ETAmbiente già a marzo, poi inoltrate nuovamente nel corso del tempo, con nuovi documenti. “Ma siamo stati ignorati. Anzi, la Commissione non ha svolto alcun approfondimento o valutazione in merito”, ribatte Schirru.
Le penali
Già questo avrebbe dovuto far andare con i piedi di piombo la Commissione. Ma, come se non bastasse, ci sono altre “pulci” che sono state inviate alle orecchie di chi ha valutato, anche queste però valutate come ininfluenti ai fini dell’aggiudicazione.
“Abbiano scoperto che la società vincente ha dichiarato, in fase di presentazione dei documenti, di aver subito, l’anno scorso, l’irrogazione di una penale da parte del Comune di Macomer di € 100.950,00. La società ha dichiarato che tale penale non è rilevante in quanto compensata con l’esecuzione di altre opere o forniture eseguite in favore del Comune. C’è poi, nel 2018, l’irrogazione di plurime penali da parte del Comune di La Maddalena per un ammontare complessivo di € 2.559.988. In questo caso CICLAT ha dichiarato che non sarebbero penalmente rilevanti in quanto contestate davanti al Tribunale di Cagliari. (ma al momento non sembra essersi nessuna sentenza, ndr)”.
“Quello che ci lascia perplessi è che la precedente gara la nostra offerta tecnica aveva ricevuto un punteggio di 80, mentre adesso, con un progetto del tutto simile, abbiamo ricevuto un misero 48,88. E’ ovvio che un distacco di oltre 17 punti sia incolmabile per chiunque, anche per chi, come noi, abbia presentato un’offerta economica ottima”.
La diffida: interverrà l’anticorruzione?
Dopo la lettera inviata il 26 agosto, nel primo pomeriggio di oggi ETAmbiente ha scritto nuovamente al Comune di Pomezia, sia alla Segretaria Generale che al Dirigente, oltre che al futuro Commissario Straordinario. Si preannuncia il ricorso al Tar “per l’annullamento, previa sospensione, del provvedimento di aggiudicazione di cui alla D.D. n.1072 del 28.07.2022”. Si diffida nel contempo il Comune “dal procedere alla sottoscrizione del Contratto, almeno fino alla scadenza dei termini decadenziali per la proposizione del ricorso giurisdizionale”.
“A dimostrazione dei requisiti, Ciclat una attestazione che contrasta con quanto prescritto dalla lex specialis e che si appalesa del tutto inidonea a documentare il possesso“, si legge nel documento. “Ciò avrebbe dovuto comportare l’esclusione dalla procedura di gara. Invece la Commissione giudicatrice ha acriticamente recepito la dichiarazione prodotta da Ciclt, palesemente inammissibile“.
Contratto da 75 milioni di euro
“Sarebbe assolutamente censurabile – nel contesto attuale ed a fronte dei rilievi sollevati dalla scrivente – la firma di un contratto del valore di oltre € 75.000.000”, si legge ancora nella lettera, nel punto in cui si chiede alla Segretaria comunale l’avvio delle opportune verifiche.
E poi ancora, la società toscana palesa l’intenzione di andare a fondo alla vicenda in tutti i modi. Anche rivolgendosi ai vari organi di controllo, come all’Anticorruzione e alla Procura della Repubblica.
Insomma, al Comune, anche se ormai non c’è più (quasi) nessuno, sono avvisati. ETAmbiente vuole capire se questa valutazione è stata fatta correttamente. E, soprattutto, se la ditta vincitrice aveva davvero i requisiti per partecipare alla gara.