PEBA…senza pace a Pomezia. No, non è un gioco di parole ma quanto sta avvenendo in città per ciò che riguarda la redazione del piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, approvato nel maggio scorso ma ancora in ritardo dal punto di vista dell’iter burocratico. Sì perché se da un lato infatti il via libera arrivato dal Consiglio Comunale aveva fatto ben sperare, dall’altro, a distanza di tre mesi, dal punto di vista “operativo” il documento sembrerebbe essere restato di nuovo fermo al palo.
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Il caso
A sollevare il caso è stata la Cellula Coscioni che da tempo (e non solo a Pomezia) si batte per far sì che gli Enti Locali attuino una legge, quella sull’approvazione dei PEBA, che in realtà risale agli anni ’80. Proprio a Pomezia tuttavia la questione è particolarmente sentita poiché fu oggetto, ricorderete, anche dell’ultima campagna elettorale (era il 2018) nel corso della quale tutti gli allora candidati a Sindaco – tranne quello del centrodestra ma compreso l’attuale Primo Cittadino del M5S Zuccalà – avevano preso l’impegno di arrivare alla redazione del PEBA seguendo delle scadenze ben precise. I “buoni propositi”, ma è storia nota, rimasero tuttavia solo sulla carta tanto che la Cellula Coscioni, promotrice di quell’iniziativa, si trova tuttora in causa con il Comune di Pomezia proprio per la mancata adozione del PEBA in tempi ragionevoli.
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Le nuove scadenze non rispettate?
Il 31 maggio scorso tuttavia, come detto, sembrava esserci stata una svolta dato che il Consiglio Comunale di Pomezia, finalmente, aveva approvato la delibera per arrivare all’esecuzione effettiva dei PEBA con un nuovo crono programma – stavolta stabilito in autonomia dall’Amministrazione – da ultimare in circa due anni. Per i primi tre punti la deadline andava dai 45 ai 95 giorni – arrivando così alla fine di agosto – ma sembra essere già trascorsa in tutti e tre i casi senza il rispetto di quanto previsto.
Ma quali erano questi primi adempimenti? Vediamoli nello specifico:
- (1) entro il 15 luglio: “Individuazione degli stakeholders (cioè le associazioni, ndr)”;
- (2) entro il 14 agosto: “Illustrazione alle associazioni dei contenuti del PEBA”;
- (3) entro il 29 agosto: “Individuazione/acquisizione di una piattaforma open source per la rappresentazione georeferenziate delle BB.AA. (anche su segnalazione dell’utente) sugli edifici o spazi urbani accessibili al pubblico integrata al Sistema Informativo Comunale”, con impegno diretto in quest’ultimo caso anche di 10.000 euro da parte del Comune.
“Sull’Albo Pretorio Online del Comune e sulle pagine dedicate al PEBA, non è presente nulla che rimandi all’attuazione dei primi tre step indicati dal cronoprogramma fornito dall’Amministrazione Comunale”, fa presente la Cellula Coscioni di Pomezia. “Non sappiamo ad esempio se le associazioni siano state individuate o meno (punto uno), e, nel caso, come si sia arrivato alla loro scelta e quante sono. Di conseguenza non è noto cosa sia stato fatto per i successivi due punti, i cui termini sono anch’essi scaduti. Perché l’Amministrazione non riesce a rispettare le scadenze che lei stessa si è data?”, è quindi la domanda rivolta all’Amministrazione.
Ma non solo. “Inoltre – aggiungono dalla Coscioni – subito dopo l’approvazione del PEBA, avevamo chiesto all’amministrazione di rendere pubblico sia il questionario che è stato evocato durante il Consiglio Comunale sia l’elenco delle associazioni e i verbali degli incontri nonché proposte e come queste proposte siano state recepite nel documento”. Anche in questo caso però pare non esserci nessun riscontro. Insomma, sembra proprio che il percorso che dovrebbe portarci alla piena operatività dei PEBA sul territorio, così come accaduto già nel 2018 e nel “rispetto” della travagliata storia che ne sta contraddistinguendo il percorso a Pomezia, sembra nuovamente costellato di ostacoli.
Il Comune di Pomezia
Per saperne di più avevamo inviato al Sindaco di Pomezia una serie di domande ma a causa della caduta dell’Amministrazione Comunale avvenuta il 31 agosto non è stato possibile ricevere risposta. Questo allora il commento finale dalla Cellula Coscioni di Pomezia: “L’Amministrazione Zuccalà non c’è più.Abbiamo proposto e lottato per 4 anni per una città più inclusiva e per il riconoscimento di diritti fondamentali anche attraverso lo strumento del PEBA. Purtroppo l’unica cosa prodotta – riprendendo le parole di Giulio Nardone, presidente dell’ ADV – è stato un “PEBA di facciata”. Prova ne sia che dei tre punti già scaduti nessuno è stato realizzato. Noi continueremo a lottare, già nell’immediato, augurandoci che la prossima amministrazione possa esercitare quel dovere all’ascolto che dovrebbe essere obbligo politico di qualsiasi gruppo che gestisce la cosa pubblica”.
Un PEBA soltanto di facciata?
Per quanto riguarda questo nuovo “corso” del PEBA a Pomezia le perplessità ad ogni modo non riguardano tuttavia soltanto l’aspetto burocratico. Anche dal punto di vista dei contenuti infatti sono state sollevate delle criticità. A renderle note è stata in questo caso un’altra illustre Associazione, quella dei disabili visivi ONLUS, da noi interpellata in occasione dell’inchiesta sui nuovi giardini Petrucci inaugurati a Pomezia nella scorsa primavera.
“Nel marzo 2021 il Comune di Pomezia mi ha convocato per la riunione preparatoria per la redazione del PEBA – ci spiega il Presidente dell’Associazione Giulio Nardone – anche se in qualità di un altro mio ruolo ricoperto, quello di Vicepresidente all’INMACI (L’Istituto Nazionale per la Mobilità Autonoma di Ciechi e Ipovedenti), organo tecnico i cui esperti sono riconosciuti da tutte le Associazioni nazionali di categoria come competenti per quanto riguarda gli aspetti normativi e tecnico operativi per i percorsi tattili plantari e le mappe in rilievo. Questi ultimi costituiscono infatti gli elementi indispensabili e insostituibili per la mobilità autonoma e sicura delle persone con disabilità visiva”.
Modifiche ignorate
“Ebbene, nella riunione mi fu affidato il compito della revisione della bozza dei PEBA che era stata realizzata da una società privata che come spesso quasi sempre accade, non conoscendo le esigenze delle persone con disabilità visiva, aveva soltanto citato il problema senza indicare alcuna soluzione operativa indispensabile per la successiva realizzazione concreta. Il 22 maggio 2021 ho consegnato la revisione con tutte le indicazioni necessarie pronta per essere approvata”.
“Il Comune di Pomezia aveva quindi iniziato l’operazione col piede giusto, con una lodevole operazione compartecipata, ma poi il tutto si è rivelata essere un’iniziativa soltanto di facciata. Anche perché quando abbiamo preso poi visione del PEBA ci siamo accorti che nulla di quanto avevamo introdotto e modificato era stato recepito per renderlo operativo e concretamente efficace. Nulla c’era. Solo accenni ai problemi, ma vuoti nei contenuti in termini di efficacia”.
Del resto, concludeva Nardone, una riprova di questo si era già potuta constatare a seguito dello “svolgimento di alcuni lavori pubblici da parte del Comune di Pomezia” con un caso “eclatante su tutti, proprio quello dei nuovi giardini Petrucci” delle cui criticità vi abbiamo dato ampiamente conto nei mesi scorsi”.