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Omicidio di Sarah Scazzi, dalla scomparsa alle condanne: tutte le tappe del delitto di Avetrana

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sarah scazzi

Per il delitto di Sarah Scazzi sono state condannate all’ergastolo – in via definitiva – la zia, Cosima Serrano, e la figlia di quest’ultima, Sabrina Misseri.

sabrina, sarah e cosima
Delitto Avetrana – Ilcorrieredellacittà.com

 

Allo zio di Sarah, marito di Cosima e padre di Sabrina, sono stati inflitti otto anni di reclusione. L’11 febbraio scorso, Michele Misseri è uscito dal carcere, usufruendo di uno sconto di pena. 

L’omicidio di Sarah Scazzi 

È il 26 agosto del 2010 quando Concetta Serrano denuncia la scomparsa della figlia 15enne, Sarah Scazzi, di cui si sono perse le tracce poco dopo le 14 di quel pomeriggio. La ragazza, che frequenta l’istituto alberghiero di Avetrana (Taranto), è uscita di casa alle 14.30 per andare dalla cugina Sabrina Misseri (22 anni), che abita poco distante da lei, per poi trascorrere il pomeriggio al mare insieme a un’altra amica. 

Immediate scattano le indagini, che inizialmente seguono la pista di un allontanamento volontario, ma i familiari e gli amici di Sarah escludono, categoricamente, che la ragazzina si sia allontanata di sua volontà. Gli appelli per ritrovarla si rincorrono. Dopo oltre un mese dalla scomparsa, il 29 settembre, viene ritrovato il cellulare di Sarah, parzialmente bruciato, in un campo poco distante da casa. A farlo ritrovare è lo zio, Michele Misseri, che afferma di essere in grado di poter risalire al luogo in cui si trova la nipote. 

A quel punto l’attenzione degli inquirenti si rivolge all’agricoltore, da sempre remissivo e riservato al cospetto delle telecamere. Il 6 ottobre arriva la prima svolta nel caso di Avetrana. Dopo nove ore di interrogatorio, Michele Misseri confessa di aver ucciso la nipote dopo un tentativo di stupro e di averla sepolta in un pozzo di raccolta, in Contrada Mosca, dove effettivamente viene ritrovato il cadavere della vittima

ritrovamento corpo di Sarah
La confessione di Michele Misseri – Ilcorrieredellacittà.com

 

La notizia del ritrovamento viene comunicata alla famiglia di Sarah in diretta televisiva, durante la trasmissione Chi l’ha visto? Nei giorni seguenti al ritrovamento, Michele Misseri ritratta la prima confessione e riferisce agli inquirenti del coinvolgimento di sua figlia Sabrina nei fatti, riferendo che avrebbe ucciso Sarah durante una lite. Il 16 ottobre Sabrina Misseri viene arrestata con l’accusa di concorso in omicidio. Il 21 ottobre il giudice per le indagini preliminari di Taranto convalida il fermo della 22enne, ritenendo valida la testimonianza di un’amica della ragazza, che riferisce di un’anomala e inspiegabile agitazione dell’indagata il giorno in cui Sarah fu uccisa. 

Le indagini pian piano fanno emergere le gelosie maturate da Sabrina nei confronti di Sarah, che pare avesse catturato le attenzioni di Ivano Russo, un cuoco di Avetrana di cui la 22enne è innamorata. Le due cugine avevano conosciuto Ivano nel dicembre del 2009 e da allora avevano stretto un rapporto di amicizia, che pare Sabrina volesse trasformare in qualcosa di più profondo. 

I primi giorni di agosto, Ivano e Sabrina avrebbero avuto un approccio sessuale, che però Ivano non porta a compimento, per non rovinare l’amicizia con Sabrina. Sarah, con cui la cugina si era confidata, avrebbe raccontato a qualcun altro l’incontro con Ivano, dando adito a pettegolezzi, arrivati direttamente all’orecchio del giovane cuoco, il quale decide di troncare in via definitiva i rapporti con Sabrina Misseri. Sarebbe stato questo il vero movente dell’omicidio, maturato dopo un acceso diverbio tra le due cugine proprio la sera del 25 agosto, il giorno precedente al delitto. 

A scatenare la mano omicida della 22enne sarebbe stata non solo la gelosia verso la vittima, ma anche il timore per il diffondersi di una ‘cattiva’ reputazione di Sabrina

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La gelosia di Sabrina Misseri – Ilcorrieredellacittà.com

 

Intanto, Michele Misseri continua a cambiare versione, prima sostenendo di non avere abusato della nipote, poi dichiarando di essere stato chiamato dalla figlia dopo il delitto, per aiutarla a nascondere il corpo di Sarah. Il 26 maggio del 2011 arriva la seconda svolta decisiva, con l’arresto di Cosima Serrano, madre di Sabrina, accusata di sequestro di persona e concorso in omicidio.

Dall’analisi dei tabulati risulta, infatti, che il telefono cellulare di Cosima Serrano abbia effettuato una chiamata dal garage di casa, luogo in cui Sarah fu uccisa, mentre Cosima ha sempre negato di essere scesa in garage il giorno del delitto. Come principale prova contro la zia e la cugina di Sarah, viene addotta la testimonianza del fioraio di Avetrana, che riferisce di aver visto (salvo poi parlare di un sogno, più che di un fatto realmente accaduto) – il giorno del delitto, in un orario compatibile con l’omicidio, Sabrina e Cosima strattonare Sarah e costringerla a salire in macchina

Il processo e le condanne

Il processo a carico di Sabrina Misseri, Cosima Serrano e Michele Misseri si apre il 10 gennaio del 2012 a Taranto. In primo grado, la Corte d’assise condanna all’ergastolo Sabrina e la madre per omicidio. Michele Misseri viene condannato a otto anni per concorso in soppressione di cadavere. Per lo stesso reato vengono inflitti sei anni a Carmine Misseri, fratello di Michele, e sei anni a Cosimo Cosma, nipote di quest’ultimo, deceduto l’8 aprile dell’anno seguente. 

Il 27 luglio 2015 la Corte d’assise d’appello di Taranto conferma la condanna all’ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano e gli otto anni di reclusione per Michele Misseri.

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Michele Misseri condannato a 8 anni – Ilcorrieredellacittà.com

 

Il 21 febbraio 2017 la Corte suprema di cassazione conferma – in via definitiva – le condanne inflitte a madre e figlia e la pena detentiva comminata a Michele Misseri. Secondo i giudici della Cassazione, l’omicidio di Sarah Scazzi è ascrivibile ad almeno due persone – identificate in Sabrina e Cosima – visto che sul corpo della vittima non sono stati trovati segni riconducibili a un tentativo di difesa. Elemento questo che ha fatto ipotizzare che, mentre una delle due teneva la ragazzina ferma, l’altra complice le stringeva una cintura intorno al collo, provocandole la morte per soffocamento

L’11 febbraio scorso Michele Misseri, usufruendo di uno sconto di pena, ha lasciato il carcere di Lecce con oltre un anno di anticipo. 

 

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