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Emergenza pini a Roma: “Serve task force per vigilare sulla manutenzione degli alberi”

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Sit-in per i pini di Roma

L’emergenza pini, e anche degli alberi, su Roma, è sotto gli occhi di ogni cittadino. Non c’è giorno che, sulle cronache della Capitale, troviamo notizie legate al collasso di tronchi in strada oppure crolli di rami, con questi ultimi che vanno a colpire auto in sosta oppure ferire persone che vi passeggiavano sotto.

Abbiamo deciso di affrontare il problema a monte, intervistando in esclusiva Jacopa Stinchelli, Presidente del Comitato Villa Glori e attivista sulla tematica all’interno del territorio romano, essendo anche portavoce del gruppo “Difendiamo i pini di Roma e i suoi parchi storici”. 

Emergenza pini a Roma, i grandi nemici degli alberi capitolini

Signora Jacopa Stinchelli, anzitutto grazie di essere qui. Iniziamo subito con una domanda che ci fa entrare nel filo del discorso: oggi in che condizioni troviamo i pini di Roma?

I pini di Roma, che da millenni custodiscono il paesaggio della Città Eterna, se la passerebbero benissimo se da ultimo non fossero perseguitati da tre grandi nemici: le motoseghe; i cantieri e i parassiti.
Le motoseghe negli anni li hanno feriti e indeboliti, oltre che deturpati. I cantieri hanno invaso e inquinato il loro spazio vitale. I parassiti sono una grande famiglia che va dalle piccole cocciniglie che si moltiplicano indisturbate senza che il Comune concerti un piano ragionato per arrestare la loro diffusone, fino alle ditte pagate dal Comune che abbattono i pini anche quando sono sani, senza nessuno che possa vigilare sul loro operato, anzi con l’avallo di chi dice di preoccuparsi per la pubblica incolumità.

Come ripreso anche dal nostro giornale, sulle cronache locali si parla di alberi collassati al suolo o rami caduti che travolgono auto o persone: come commenta questo fatti di attualità a Roma?

Li commento da avvocatessa degli alberi, se essi potessero parlare ci racconterebbero tante cose. Innanzitutto che gli alberi non si suicidano. La Natura li ha fatti per vivere più a lungo possibile e per resistere alle intemperie e alle ostilità, la loro resilienza è proverbiale. 
In città la vita per gli alberi è durissima, a Roma è dura per i cittadini figuriamoci per loro che sono considerati come cittadini di serie C. I pini schiantati nel centro di Roma, ad esempio, avevano subito danni meccanici (in seguito a diversi cantieri), la loro zona di protezione radicale non era stata minimamente rispettata. Quando i platani perdono dei grossi rami, come successo sul Lungotevere di recente, è segno di sofferenza, l’albero necessita di una visita approfondita per comprendere le ragioni e quindi curare la causa.
Invece cosa facciamo ? Si parte con il terrorismo mediatico e si colpevolizzano gli alberi, autorizzando la loro persecuzione.

Pini a Villa Glori
Pini a Villa Glori

“Su Roma, manca un piano pinete aggiornato”

A monte di questi fatti, crede ci sia una gestione sbagliata delle Riserve Naturali sul territorio di Roma Capitale e del Litorale Romano?

Fin qui mi sono riferita principalmente alla gestione degli alberi in dotazione al Comune, quindi sulle strade e le vie e nei parchi storici, ancora più precisamente ai pini domestici che, in qualità di Presidente del Comitato Villa Glori, abbiamo scelto come i migliori rappresentanti della difesa di tutti i grandi alberi a Roma. Per le Riserve e il Litorale le dico che non hanno un piano pinete aggiornato ad esempio, che non praticano la riforestazione, che non praticano le endoterapie, sono luoghi perlopiù abbandonati, senza manutenzione ordinaria.
Prendiamo la Riserva Naturale di Monte Mario ad esempio dove i pini (marittimi questa volta) sono tutti secchi, si vedono a occhio nudo anche da lontano. Per quanto riguarda il Litorale il disastro ambientale delle pinete di Ostia è sotto gli occhi di tutti, e la cosa peggiore è che ci sarebbero ancora tante aree salvabili con interventi ad hoc ed endoterapie a tappeto, interventi obbligatori per legge, tra l’altro, ma le amministrazioni e le istituzioni sono inerti.

Attualmente, quali sono le grandi minacce che minano la sopravvivenza del pino a Roma?

Se è vero che è in atto un pinicidio da parte delle istituzioni preposte alla loro tutela e salvaguardia (ci metto anche la Soprintendenza, tra queste), la minaccia peggiore è l’indifferenza verso questa complicità con motoseghe, parassiti e cantieri.

“Non riesco a comprendere l’abbattimento dei pini a Casal Palocco”

Sul nostro giornale, recentemente, abbiamo parlato di un progetto per abbattere 64 pini nel quartiere Casal Palocco al fine di rifare il manto stradale a due strade: che idea si è fatta dalla vicenda?

È una vicenda oscura, sono state presentate molte diffide da parte di associazioni, consorziati e singoli cittadini perché non si capisce come mai dovrebbero abbattere prima i pini se si può intervenire sulle loro radici in altro modo. Stiamo parlando di un’ area vincolata, gestita dal Consorzio Pianeta Verde, un raro esempio di città giardino, uno degli ultimi forse. Per anni non è stata fatta manutenzione del manto stradale, quando è toccato al Comune farla infine si è deciso di mettere in campo un progetto milionario (4 milioni e 700 mila Euro stando agli atti) per rifare completamente il manto stradale (un cantiere di 180 giorni). Stranamente questo progetto esigerebbe – come conditio sine qua non – l’abbattimento di 64 pini (tutti già elencati negli atti).
Ebbene tutto ciò non solo è in esplicito contrasto con le prescrizioni del Regolamento del Verde Urbano Capitolino ma è fuori dallo standard europeo che prevede che lavori simili tengano conto delle alberature presenti e intervengano sulle radici prima di iniziare i lavori, affinché non sia necessario abbattere quell’enorme numero di pini storici.
Stiamo insistendo affinché venga indetto un tavolo tecnico per integrare nel progetto questo cantiere “radici”.

A Roma c’è un’emergenza pini come anche una “emergenza alberi”. Secondo il suo parere, quale sarebbe la corretta gestione di queste piante?

La nomina di un “avvocato degli alberi” per ogni municipio, ovvero una “task force” che vigili sulla corretta manutenzione ordinaria, oltre che su quella straordinaria o legata ai progetti speciali di cosiddetta riqualificazione. La cura del verde infatti non si fa con le motoseghe. Le faccio un esempio: le potature eccessive e indiscriminate su tutti gli alberi di Roma che certo non migliorano la loro salute né la possibilità di dare ombra. Le potature eccessive e indiscriminate (capitozzature) su tutti gli alberi di Roma, certo non migliorano la loro salute né la loro possibilità di dare ombra. Spesso, inoltre, le potature vengono fatte in periodi espressamente vietati dalla legge (periodi di nidificazione). 
Le potature sui pini non sono fatte a regola d’arte come invece prescrivono le linee guida ministeriali. Un pino innanzitutto non va potato, c’è la rimonda del secco o il taglio di rami in eccesso o pericolanti. Le chiome non vanno toccate, e invece li vediamo rapati come militari, ridotti a pennello e non a ombrello.

Endoterapia a un pino
Endoterapia a un pino

“Serve un grande movimento per difendere i pini di Roma”

Proviamo a fare una previsione a medio-lungo termine: come immagina i pini e le Riserve Naturali a Roma tra trent’anni?

Io immagino come la canzone di John Lennon, Imagine, e canto “All we are saying is give pine- trees a chance”. Immagino un grande movimento in difesa dei pini e dei grandi alberi che scuota i dormienti. Se questo non accadrà dovremo assistere ai peggiori tentativi di arraffare l’arraffabile anche in termini di legna e patrimonio arboreo. Cosa diventeranno le pinete morte ? Monumenti della distruttività, fallimenti della civiltà.

Vi siete uniti con tanti Comitati e Associazioni ambientaliste nella difesa dei pini e degli alberi: quali sono i Municipi di Roma più in difficoltà con la gestione di queste piante?

Grazie per questa domanda, il bollino nero spetta sicuramente al Muncipio II e al Muncipio X, il Municpio I segue a ruota. Questo è il podio della vergogna, ma bruttissime cose le abbiamo viste anche al Municipio XII, XIII e al Municipio XIV e al Municipio XV. Stanno entrando in graduatoria anche il Municipio IX e il Muncipio XI. Diciamoci la verità registriamo abusi sul verde dei cittadini in tutti i Municipi, è una crisi endemica.

“Sui pini di Roma, abbiamo scritto una lettera al sindaco Gualtieri”

Sulle problematiche affini ai pini, siete riusciti a interfacciarvi con il sindaco Roberto Gualtieri e la sua Giunta?

Abbiamo scritto una lettera aperta al Sindaco Gualtieri a luglio, firmata da 50 associazioni, con 5 richieste per reagire alla distruzione del patrimonio dei pini. Abbiamo elencato gli abusi e le criticità, attraverso un attento studio, e poi abbiamo proposto soluzioni. Il 1 agosto siamo saliti in Campidoglio, ricevuti da Sabrina Alfonsi, Marina Mantella e Cristina Maltese. Ci hanno promesso 50 nuovi pini domestici nel centro storico (dato che in quelle settimane nei dintorni di Piazza Venezia ne erano stati eliminati dieci) entro l’autunno. L’autunno è iniziato, stiamo aspettando.

Vi siete interessati al fenomeno delle “cattive potature” degli alberi in giro per Roma: perché questo interesse e cosa state facendo per segnalarlo?

Le potature sono state per anni la causa del “circolo vizioso” che distrugge i grandi alberi di Roma.
Se fatte male le potature con le motoseghe sono letali per gli alberi. I tagli espongono i pini alla malattia e all’instabilità. Eppure ancora diversi assessori parlano di “messa in sicurezza attraverso le potature”. Basta bugie. Basta disinformazione. Le potature non mettono in sicurezza un bel niente, se non le tasche di chi sugli alberi malati, e di conseguenza da abbattere, ci guadagna. Curare un pino con le endoterapie o con lievi interventi costa poco, abbattere costa dieci, venti volte di più.
Con le potature sbagliate si può rendere un albero un malato cronico a vita , che necessiterà sempre di interventi ulteriori. Quindi chiediamo che a Roma tornino i giardinieri, gli arboricoltori, gli amanti dei pini e della bellezza, dei grandi alberi che sono il nostro futuro per azzerare le emissioni , per questo noi siamo gli avvocati degli alberi, dei cittadini di serie C che nessuno considera. Eppure senza di loro noi umani non sopravviveremmo.

 

 

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