Francesca Alinovi era una critica d’arte, ricercatrice al Dams di Bologna. Una vera avanguardista, la prima in Europa a studiare la street art. La sua morte destò profondo scalpore nella Bologna degli anni ’80, in cui Francesca Alinovi era diventata un vero punto di riferimento per gli artisti dell’epoca.
Nel loft in cui venne trovato il corpo senza vita di Francesca Alinovi, gli inquirenti scoprirono anche una scritta sgrammaticata in inglese e i sospetti si concentrarono subito su un allievo della giovane artista, con cui era nata una tormentata e tumultuosa relazione.
L’omicidio di Francesca Alinovi
È il 15 giugno del 1983. Sono quasi le sette di sera. In via del Riccio – Bologna – i vigili del fuoco entrano nell’appartamento al civico 7. A chiamarli è stato Marcello Jori, che da un paio di giorni non ha più notizie di una sua amica, che abita proprio in quel loft e con cui non riesce più a mettersi in contatto. I timori di Jori si concretizzano quando i caschi rossi entrano in casa e scoprono sul pavimento del soggiorno il corpo straziato di Francesca Alinovi, 35 anni, critica d’arte, insegnante al Dams e ricercatrice.
La morte di Francesca viene collocata tre giorni prima – il 12 giugno – in un arco temporale tra le 17 e le 24. La vittima indossa gli stessi abiti di quel giorno, maglietta a righe, pantaloni bianchi e un giubbotto in pelle. Il corpo di Francesca è una mappa di coltellate, tutte piccole e poco profonde, probabilmente inferte con un taglierino e tutte sul lato destro del corpo. A ucciderla è stata l’unica coltellata profonda che le è stata inflitta: un taglio netto alla giugulare, che l’ha fatta soffocare nel suo stesso sangue.
Nell’appartamento di Francesca Alinovi non risulta nulla fuori posto. In bagno compare una scritta in inglese, un po’ sgrammaticata: “Your Not Alone Any way”, che tradotta letteralmente significa “Non sarai sola comunque”.
Le indagini
Francesca Alinovi è bella, ha 35 anni ma appare come un’adolescente fragile che si strugge per un amore tormentato, con quello che sarà poi identificato come il suo assassino. Si tratta di uno studente di Pescara, al quale la vittima dedica parole appassionate e tormentate nel suo diario, che sarà ritrovato nell’appartamento teatro del delitto.
Partono le indagini che si concentrano sul cerchio più privato delle frequentazioni di Francesca Alinovi. L’attenzione degli inquirenti si concentra su Francesco Ciancabilla, 23 anni, studente di Estetica dell’Arte nel corso della Alinovi. Bello e dannato, pare abbia intrapreso una relazione con la vittima, un rapporto che – al cospetto degli inquirenti – minimizza, definendo Francesca soltanto un’amica. È proprio Ciancabilla a raccontare agli inquirenti di essere stato a casa della vittima il giorno del delitto, in un’ora compatibile con quella dell’omicidio.
Dice di essere andato via alle 19.30 e di aver preso il treno per Pescara. Parole che vengono confermate da una ragazza che lo aveva incontrato quel giorno in stazione. Gli inquirenti però sono convinti della sua colpevolezza, nonostante a suo carico ci siano innumerevoli indizi ma nessuna prova concreta.
La morte della Alinovi viene collocata alle 18.12 del 12 giugno, come racconta il Rolex da carica a polso che viene trovato al braccio della vittima e che avrebbe registrato l’ultimo respiro della giovane artista.
Il processo e la condanna
Il 3 gennaio del 1985 si apre il processo a carico di Ciancabilla. Il primo grado si chiude con l’assoluzione di Ciancabilla, ma in appello il giudizio viene ribaltato e il giovane studente viene condannato a 15 anni per omicidio. Una condanna confermata anche dalla Corte di Cassazione, che riduce la pena a 10 anni.
Nel frattempo Ciancabilla si dà alla fuga all’estero: si trasferisce in Spagna e resta latitante per un decennio, fino a quando nel 1997 non viene arrestato dagli uomini della Digos di Bologna. Torna in Italia a scontare la sua pena e nel 2006 torna libero. Ciancabilla si è sempre proclamato innocente, respingendo tutte le accuse che gli sono state mosse. Oggi vive a Pescara dove continua a dipingere.
In una delle sue mostre ha dedicato un’opera a Francesca Alinovi.